Non è ancora stata data l'autorizzazione alla sepoltura del corpo di Anis Amri, il tunisino sospettato della strage di Berlino e ucciso la notte tra giovedì e venerdì a Sesto San Giovanni dopo aver sparato a un equipaggio della Volante, ferendo un poliziotto. Questo perché nonostante sia già stata eseguita l'autopsia, che ha evidenziato come l'uomo sia stato ucciso da due colpi nel conflitto a fuoco con gli agenti, potrebbero essere svolti altri accertamenti in quanto sono coinvolte più Autorità giudiziarie: alla Procura di Monza competono infatti le indagini sull' uccisione di Amri, mentre gli accertamenti su suoi eventuali legami con persone che vivono nel Milanese sono di competenza invece del dipartimento antiterrorismo della Procura di Milano.
Nei giorni scorsi gli investigatori tedeschi che si occupano della strage di Berlino sono stati a Milano per confrontarsi con gli agenti della Digos: l'attenzione è concentrata in particolare sulla pistola calibro 22 trovata al tunisino che è con tutta probabilità l'arma usata per uccidere l'autista del Tir usato per travolgere la folla nella capitale tedesca.
Sull'arma si stanno svolgendo accertamenti balistici.
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