"E' molto difficile credere che Samsul Haque Swapan non ci sia più": bastano poche parole agli amici del giovane bengalese ucciso in una rapina due notti fa a Milano mentre rientrava a casa dal lavoro per spiegare il loro dolore. E anche la loro rabbia per gli assassini, due marocchini che nella notte hanno rapinato e ferito almeno altre tre persone prima di essere bloccati dai carabinieri.
"Possa Dio averti in gloria" scrivono in bengali mettendo un link agli articoli usciti in Bangladesh sulla sua morte, in cui si racconta che viveva in Italia da cinque anni, il tutto corredato da una sua foto elegante in giacca nera e papillon.
Anche al caffé Dante dove lavorava, a pochi passi dal Castello Sforzesco, i suoi colleghi faticano a farsi una ragione di quanto è successo. E il loro pensiero va alla famiglia, alla moglie sposata solo un anno fa, che lascia.
"Non può finire una vita così dopo una giornata di lavoro - hanno detto al tgR - uscire di qua e avere paura a tornare a casa è inconcepibile. Manteneva tutta la famiglia questo ragazzo e non c'è più".
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