Il gruppo pubblico di facebook 'Noi
denunceremo', che da oltre un mese raccoglie le testimonianze di
chi ha perso dei cari per l'epidemia ed è arrivato a quasi
50mila iscritti, ha dato vita al comitato no profit Noi
Denunceremo - Verità e giustizia per le vittime Covid-19, "che
ha lo scopo - viene spiegato - di essere il canale attraverso il
quale chi vorrà, insieme a noi, potrà agire in giudizio".
"Stiamo strutturando una rete di legali, che si sono messi a
disposizione gratuitamente, così come - racconta Luca Fusco,
commercialista della bergamasca che ha dato vita al gruppo dopo
aver perso il padre per il Covid - le 15 persone che vagliano
tutti i post della pagina, che non è mai stata pensata come uno
sfogatoio, ma come raccolta di testimonianze, vagliate una ad
una". L'intenzione del comitato non è solo quella di aiutare la
magistratura ad accertare eventuali responsabilità, tramite le
tante testimonianze che in poco più di un mese si sono
susseguite sulla pagina Facebook, ma anche di costituirsi parte
civile negli eventuali processi che nasceranno dalle inchieste
in corso. Questo "senza intentare nessuna causa agli operatori
sanitari che, anzi, non escludo si vogliano unire a noi". E
soprattutto "senza chiedere risarcimenti - sottolinea Luca Fusco
- perché se iniziamo a parlare di soldi la cosa si corrompe".
Quello che vuole il comitato è "sapere, dal sindaco di Alzano al
presidente del Consiglio, dove la linea di comando ha sbagliato.
Quando avremo queste risposte avremo pace per i nostri morti.
Non possiamo ipotizzare reati, noi raccogliamo le denunce, poi
sarà la magistratura ad accertare le responsabilità, ma vogliamo
- sottolinea - andare fino in fondo, questa non può essere
un'altra Ustica o un'altra strage di Bologna, pretendiamo
risposte per i nostri morti e per i 50mila del gruppo. Dal
pronto soccorso di Alzano chiuso e riaperto alla zona rossa
mancata, fino alle Rsa che sono uno scandalo al sole, abbiamo il
diritto di sapere".
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