"Sono operazioni prive di valide
ragioni economiche che, aldilà degli importi, non mi è capitato
di vedere in tutta la mia carriera. E ho lavorato in banca quasi
trent'anni". Così Marco Ghilardi, ex direttore della filiale Ubi
di Seriate (Bergamo) testimoniando davanti ai pm di Milano, ha
descritto alcune "movimentazioni" sui conti della Taaac, una
delle tante società riconducibili ad Alberto Di Rubba e Andrea
Manzoni, due dei commercialisti vicini alla Lega arrestati per
il caso Lombardia Film Commission.
Il teste nel verbale del 22 luglio ha parlato anche dei "giri
di soldi tramite 'Più voci'", l'associazione di cui era legale
rappresentante il tesoriere della Lega Giulio Centemero, e del
fatto che "Di Rubba mi aveva chiesto di aprire il conto di Radio
Padania e delle associazioni regionali della Lega".
"Col senno di poi devo riconoscere - ha spiegato ai pm
Ghilardi - che Di Rubba, pur di realizzare i suoi scopi, mi ha
mentito. Mi ha sempre parlato di un'associazione ('Più voci',
ndr) senza scopo di lucro, a fini culturali, del tutto
scollegata dal mondo politico. In realtà, su questo conto sono
transitati anche bonifici di importo significativo, per la
prassi bancaria inconferenti con la natura associativa". Il
teste ha anche raccontato che quando comunicò a Di Rubba
"l'impossibilità a poter procedere" con l'apertura dei conti per
le articolazioni territoriali della Lega, il professionista "per
tutta risposta mi scrive: 'mi avevi detto che si poteva, allora
chiudo tutto, inculet'. Praticamente mi ha mandato a quel
paese". E ancora: "Non mi hanno detto a chi si sarebbero rivolti
per aprire questi conti delle nuove entità regionali del
partito".
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