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Vaccinazioni legate al Pil, polemica su lettera della Moratti

Speranza: 'Il vaccino è un diritto, non conta ricchezza territorio'. La vicepresidente precisa: 'Parlavo della zona rossa'

Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, annuncia di aver presentato il ricorso al Tar contro la decisione del Governo di lasciare la Regione in 'zona rossa', ma intanto non si placa la polemica sulla richiesta, avanzata ieri dall'assessore al Welfare Letizia Moratti, in una lettera al Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri, di tenere presente per la somministrazione dei vaccini il fatto che la Regione contribuisca in massima parte alla crescita del Pil nazionale.

Moratti, somministrazione vaccini legata al Pil. E' polemica. Il riferimento al Pil come uno dei criteri per la ripartizione delle dosi di vaccino anti-Covid suggeriti nella lettera al commissario Arcuri innescano un dibattito politico e sono oggetto di una precisazione da parte dell'assessorato al Welfare della regione alla cui guida c'è Letizia Moratti che quella lettera ha scritto. La richiesta, si precisa, non è legata al concetto di "ricchezza", bensì alla richiesta di un' "accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese". "Il concetto - spiegano ancora all'assessorato - non è quello di dare più vaccini alle Regioni più ricche" ma "se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell'intero Paese". "Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più", commenta il Ministro della Salute, Roberto Speranza."La Moratti farebbe bene a dimettersi prima di insediarsi. Le sue frasi fanno rabbrividire. La tutela della salute non può essere legata a parametri di produzione e consumo. Piuttosto la giunta pensi a somministrare i vaccini distribuiti, cosa che non riesce ancora a fare", commenta il senatore di LeU Francesco Laforgia. Ancora più duro il giudizio del governatore della Campania Vincenzo De Luca: "Leggo con sconcerto le affermazioni della signora Moratti a sostegno di una distribuzione di vaccini legata al Pil delle diverse regioni. Si fa fatica a credere che si possa subordinare l'uguale diritto alla vita di tutti, a dati economici. Si direbbe che siamo a un passo dalla barbarie. La signora Moratti è persona intelligente e civile. Mi auguro che voglia chiarire che si è trattato di un'affermazione non meditata, che non risponde alle sue convinzioni". "La campagna di vaccinazione serve a tutelare la salute degli italiani, azzerare il numero delle vittime, decongestionare l'afflusso negli ospedali e riportare il paese alla normalità. Utilizzare il parametro del Pil, anche se fosse legato alla densità delle imprese, per l'attribuzione dei vaccini è un'ipotesi contraria alla civiltà e ai diritti universali", osserva il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia.

Ma, in pre-consiglio, è Letizia Moratti a precisare: "Non ho mai pensato di declinare vaccini e reddito. Il Pil è un indicatore economico-finanziario che attesta l'attività in una Regione, che, questo sì, ho detto, è il motore dell'Italia. In questo senso questa Regione ha la necessità di essere tenuta in considerazione, non parlo di piano vaccini, ma di zona rossa". Contributo che le Regioni danno al Pil, mobilità, densità abitativa e zone più colpite dal virus: sono questi i quattro parametri che il vice presidente della Lombardia Moratti aveva chiesto di tenere in considerazione per la ripartizione dei vaccini anti-Covid, nella lettera al commissario Arcuri.  "Questo merita una discussione immediata in Consiglio: i criteri elencati al momento ci sembrano discutibili se non discriminatori", aveva detto a caldo il capogruppo M5s al Pirellone, Massimo De Rosa.

 

Il ricorso al Tar contro la 'zona rossa': "Come anticipato nei giorni scorsi, abbiamo presentato ricorso al Tar contro la decisione del governo, e chiesto al Ministro di rivedere i parametri che regolano questa decisione, così impattante sulla vita dei nostri cittadini e delle nostre imprese", aveva detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, intervenendo in Consiglio Regionale, dove ha definito la decisione della 'zona rossa' "fortemente, e ingiustamente, penalizzante per la nostra regione".

 



   

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