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Da Codacons esposto per truffa contro Malika Chalhy

Da Codacons esposto per truffa contro Malika Chalhy

Con soldi campagna online ha preso auto e cane, polemica sul web

MILANO, 02 luglio 2021, 18:55

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dopo le polemiche divampate sui social per la macchina e il cane comprati con i soldi raccolti online, oggi il Codacons annuncia di aver fatto un esposto alla magistratura "per la possibile fattispecie di truffa aggravata" contro Malika Chalhy, la ragazza cacciata di casa dopo aver rivelato di essere lesbica.
    Per il Codacons, "la vicenda di Malika dimostra ancora una volta come nel settore regni l'anarchia: chiunque può chiedere soldi ai cittadini attraverso piattaforme come Gofundme, ma poi non c'è alcun controllo sulla reale destinazione dei soldi raccolti, e le stesse società che ospitano le campagne di solidarietà declinano qualsiasi responsabilità per eventuali usi non conformi dei fondi donati dai cittadini. Pertanto sul caso di Malika Chalhy abbiamo deciso di presentare un esposto alle Procure della Repubblica di Milano e Firenze, affinché avviino una indagine sulla vicenda alla luce della possibile fattispecie di truffa aggravata, accertando i fatti e le relative responsabilità anche nei confronti dei gestori delle piattaforme che ospitano le raccolte fondi, per omissione di controllo e concorso in eventuali reati che saranno ravvisati".
    Intanto Malika su Instagram ieri ha pubblicato i bonifici fatti a varie associazioni e ha spiegato che l'auto fa parte "della ricostruzione della mia vita". Sui social, tanti i commenti che sottolineano il ritorno di immagine negativo per la causa Lgbt: "Per colpa di #Malika, adesso gli omofobi - scrive Francesco su twitter - hanno un'arma in più per screditare la causa LGBT. Esattamente quello che andava evitato". "La storia di #Malika mi fa troppa rabbia perché sicuramente - aggiunge Enrik - verrà strumentalizzata, si inizierà a dire "eh i gay e le lesbiche visto che fanno? Si approfittando della buona gente". Nella foga del commento, qualcuno ha pure sbagliato destinatario, scrivendo a Malika Ayane: "Cari #fulminidiguerra che mi intasate la mail e i social con insulti o espressioni di solidarietà, ho una notizia per voi: la Malika che cercate - ha scritto l'artista su twitter - non sono io. Incredibile che nel 2021 ci siano più donne con lo stesso nome, eh?".
   

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