C'è un'intesa tra la famiglia Biran
e la famiglia Peleg per 'gestire' la routine di Eitan da oggi
all'8 ottobre. Lo hanno annunciato gli avvocati della famiglia
Biran al termine della prima udienza al tribunale di Tel Aviv.
Al tempo stesso il giudice ha stabilito la ripresa delle udienze
a partire dall'8 ottobre per 3 giorni consecutivi. Nel frattempo
- hanno aggiunto gli avvocati - le famiglie hanno chiesto il
totale silenzio stampa per proteggere il bambino. Allo stato
attuale, quindi, Eitan resta in Israele, almeno fino alla
ripresa delle udienze.
Le intese raggiunte dalle due famiglie in sede di udienza -
hanno poi precisato i legali delle due parti - sono volte a
mantenere "la privacy del bambino, che in questo momento ha
bisogno di tranquillità". "Non pubblicheremo nessuna
informazione nè sul contenuto dell'udienza nè sulle condizioni
di salute di Eitan e chiediamo alla stampa di fare altrettanto.
I legali delle due famiglie hanno definito le intese, raggiunte
su istruzione della giudice, volte a "difendere il piccolo Eitan
e la sua sicurezza, la sua integrità e la sua tranquillità". L'
udienza è stata quindi aggiornata all'8 ottobre, con la
possibilità che si svolga anche nei due giorni successivi.
Nessuno dei parenti del bambino, nè la zia Aja Biran, nè il
nonno Shmuel Peleg nè la nonna Etty Peleg Cohen, hanno
rilasciato dichiarazioni al termine dell'udienza, nello spirito
di quanto è stato convenuto. Tutti sono apparsi estremamente
provati e commossi per la vicenda processuale.
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