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Reddito di cittadinanza con documenti falsi, 50 denunce

milano

Reddito di cittadinanza con documenti falsi, 50 denunce

Polizia sgomina banda che inviava stranieri alle poste di Milano

MILANO, 14 ottobre 2021, 07:46

Redazione ANSA

ANSACheck

Alcune immagini dell 'operazione (foto us polizia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alcune immagini dell 'operazione (foto us polizia) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alcune immagini dell 'operazione (foto us polizia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Intascavano il reddito di cittadinanza grazie a documenti falsi realizzati ad hoc di persone aventi titolo: oltre 50 persone sono così state denunciate dalla Polizia di Stato che ha individuato una banda che inviava stranieri agi uffici postali di Milano per intascare, sotto mentite spoglie, l'emolumento. 

Le persone avevano cittadinanza italiana ma non sapevano parlare l'italiano a tal punto da insospettire gli operatori degli sportelli È così che la Polizia Postale di Milano ha dato avvio all'indagine che ha portato alla denuncia di una cinquantina di persone che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza. Gli stranieri, provenienti da Romania, Austria e Germania, si presentavano agli uffici postali inviati da una sorta di network che li assoldava. L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e dal Servizio di Polizia postale e delle comunicazioni di Roma, è iniziata nel settembre del 2020 e ha portato anche all'arresto di due soggetti trovati in possesso di documenti falsi, all'esecuzione di otto perquisizioni e al ritrovamento di carte prepagate, ricevute di presentazione dell'istanza del reddito di cittadinanza, nonché dei messaggi che gli interessati si scambiavano via chat per concordare viaggi e permanenza sul territorio.

"Quando ho letto di 50 indagati e arrestati perché arrivavano dalla Romania o dalla Germania per prendere il reddito di cittadinanza... Anche di questo abbiamo parlato con Draghi perché il reddito di cittadinanza così com'è è un disincentivo al lavoro, un incentivo ai furbetti e agli evasori".  Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, a Radio anch'io su Radio 1. 


   

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