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L'epatite C si può curare ma 280mila italiani non lo sanno

L'epatite C si può curare ma 280mila italiani non lo sanno

Al congresso Simit si sottolinea l'importanza dello screening

MILANO, 01 dicembre 2021, 10:36

Redazione ANSA

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L'epatite C è una malattia per cui oggi esistono cure che possono eliminare il virus in poche settimane. Il problema è che, non avendo sintomi specifici, è difficile da individuare, tanto che si stima siano 280mila gli italiani ignari di avere l'infezione. Di questo si è parlato in occasione dell'edizione 2021 del Congresso Nazionale Simit, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in corso a Milano.
    "È partito un programma di screening nazionale, essenziale per cercare di far emergere il sommerso. Questo possiamo farlo solo a livello di particolari setting come i Serd, le carceri, ma soprattutto il grosso sforzo deve essere fatto con le persone con più di 50 anni, quella fascia di popolazione che per prima si era infettata agli inizi della diffusione in Italia dell'epidemia" ha commentato Claudio Mastroianni, Presidente di Simit e Ordinario di Malattie Infettive, all'Università Sapienza di Roma.
    "L'epatite C è un'infezione oggi guaribile. Abbiamo dei farmaci che permettono di eliminarla del tutto, somministrandoli per poche settimane e senza effetti collaterali - ha aggiunto Loreta Kondili, ricercatore presso l'Iss -. Il problema è che molte persone infette non sanno di esserlo: si stima che ci siano quasi 280mila persone che non hanno alcun segno ma che in passato sono state esposte a fattori di rischio, come l'utilizzo di droghe, trasfusioni di sangue, tatuaggi, interventi chirurgici e trattamenti odontoiatrici quando queste procedure non erano fatte in sicurezza".
    "Per eliminare l'epatite C dal nostro Paese - aggiunge Kondili - lo screening deve proseguire anche per la popolazione over 50.
    L'invito alle istituzioni è quello ampliare la popolazione che può usufruirne gratuitamente per raggiungere gli obiettivi dell'Oms di eliminare l'epatite C come minaccia alla salute pubblica entro il 2030".
   

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