L'epatite C è una malattia per cui
oggi esistono cure che possono eliminare il virus in poche
settimane. Il problema è che, non avendo sintomi specifici, è
difficile da individuare, tanto che si stima siano 280mila gli
italiani ignari di avere l'infezione. Di questo si è parlato in
occasione dell'edizione 2021 del Congresso Nazionale Simit,
Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in corso a
Milano.
"È partito un programma di screening nazionale, essenziale
per cercare di far emergere il sommerso. Questo possiamo farlo
solo a livello di particolari setting come i Serd, le carceri,
ma soprattutto il grosso sforzo deve essere fatto con le persone
con più di 50 anni, quella fascia di popolazione che per prima
si era infettata agli inizi della diffusione in Italia
dell'epidemia" ha commentato Claudio Mastroianni, Presidente di
Simit e Ordinario di Malattie Infettive, all'Università Sapienza
di Roma.
"L'epatite C è un'infezione oggi guaribile. Abbiamo dei
farmaci che permettono di eliminarla del tutto, somministrandoli
per poche settimane e senza effetti collaterali - ha aggiunto
Loreta Kondili, ricercatore presso l'Iss -. Il problema è che
molte persone infette non sanno di esserlo: si stima che ci
siano quasi 280mila persone che non hanno alcun segno ma che in
passato sono state esposte a fattori di rischio, come l'utilizzo
di droghe, trasfusioni di sangue, tatuaggi, interventi
chirurgici e trattamenti odontoiatrici quando queste procedure
non erano fatte in sicurezza".
"Per eliminare l'epatite C dal nostro Paese - aggiunge Kondili -
lo screening deve proseguire anche per la popolazione over 50.
L'invito alle istituzioni è quello ampliare la popolazione che
può usufruirne gratuitamente per raggiungere gli obiettivi
dell'Oms di eliminare l'epatite C come minaccia alla salute
pubblica entro il 2030".
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