Per motivi di privacy non è
possibile controllare il green pass agli studenti, mentre lo si
fa regolarmente ai docenti e al personale delle scuole. E'
questo uno degli 'alert' sulla sicurezza ai tempi del Covid
sottolineato in un focus sulle problematiche dovute alla
pandemia realizzato dall'Istituto superiore Freud di Milano.
"Da più parti la scuola è considerata un ambito di sicurezza,
anche se nessuno è autorizzato a chiedere il green pass ai
ragazzi - sottolinea il direttore Daniele Nappo -. Non si
capisce perché la scuola non sia equiparata ad un ambito di
lavoro e non vengano adottate le stesse regole; nelle classi
bisognerebbe far accedere solo studenti vaccinati o guariti da
Covid, considerato che per gli insegnati e il personale
scolastico resta l'obbligo vaccinale". Nel focus viene rimarcato
che lo studente vaccinato potrebbe ritrovarsi a casa in
Didattica a distanza, la Dad, a causa di 2 compagni non
vaccinati. Per questo si chiede "visto che si tratta di salute
collettiva di rendere il green pass obbligatorio; non è
discriminazione, non lo è a scuola come non lo è sul lavoro
perché non si combatte una variante cosi contagiosa come Omicron
con la sola distanza".
Altri due 'alert' vengono rilevati, spiega Nappo, sulla
ripresa delle frequenza scolastica in presenza e sulla mancanza
di mascherine: "la ripresa della scuola in presenza dopo le
vacanze, ancora una volta, è stata approvata in un decreto
dell'ultimo momento, il 5 gennaio sera e pubblicato il 7 e le
segnalazioni le scuole le hanno raccolte tra sabato e domenica
per il lunedì di ripartenza". "A questo si aggiunga che nella
stragrande maggioranza dei casi non sono arrivate alle scuole le
mascherine Ffp2 - conclude l'analisi - neanche quelle utili
laddove ci sia il personale docente e Ata che viene a contatto
con alunni esonerati dall'obbligo, per esempio chi ha problemi
respiratori".
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