Sono al lavoro dall'inizio della
guerra: volontari, onlus, persone comuni, cittadini ucraini,
italiani. Il Consolato dell'Ucraina a Milano, in via Ludovico di
Breme una traversa di viale Certosa alla periferia della città,
è in fermento. Di ora in ora arrivano pacchi di medicinali,
indumenti, generi di prima necessità. E le persone lavorano
freneticamente, non c'è tempo da perdere, trattenendo talvolta a
stento le lacrime per le migliaia di morti causate
dall'invasione russa. Tutto deve essere spedito rapidamente, le
vittime non possono aspettare.
E poi c'è anche la voglia di dire qualcosa per i tanti bimbi,
i moltissimi civili uccisi: e i fiori, lasciati all'ingresso,
lo testimoniano così come i milanesi che passano per dire una
parola di conforto e per chiedere se si può fare qualcosa, in
che modo dare un contributo. Il clima è di grande gentilezza da
parte del personale della sede diplomatica.
Oggi tra i politici a portare "solidarietà e vicinanza al
popolo ucraino" è stato il segretario della Lega, Matteo
Salvini. Il console Andrii Kartysh, ha spiegato, "ha ringraziato
l'Italia per il sostegno che stiamo dando al suo Paese".
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