Si chiude con un'archiviazione,
dopo che le società hanno adempiuto a tutte le prescrizioni per
mettersi in regola e hanno versato ammende per un totale di
90mila euro, la maxi inchiesta 'pilota' della Procura di Milano,
condotta dai carabinieri del Nucleo ispettorato lavoro, su
quattro colossi del food delivery, Foodinho-Glovo, Uber Eats,
Deliveroo e Just Eat, per presunte violazioni su aspetti di
sicurezza e salute dei fattorini che fanno le consegne di cibo a
domicilio.
Già a inizio dicembre si era saputo che i pm avevano chiesto
l'archiviazione del fascicolo a carico di manager di Deliveroo
(avvocati Nerio e Massimiliano Diodà), Just Eat (avvocato Andrea
Puccio), Foodinho-Glovo (avvocati Severino-Pelanda) e Uber Eats
(legali Francesco Sbisà e Vittorio Moresco). Ora il gip Angela
Laura Minerva ha accolto la richiesta avanzata dal pool guidato
dall'aggiunto Tiziana Siciliano, che aveva fatto sapere che "il
totale delle somme investite dalle società per la tutela della
salute e la sicurezza dei rider interessati dalle prescrizioni
impartite" è quantificabile "in una somma ragionevolmente pari a
circa 10 milioni di euro complessivi". Hanno rispettato, tra
l'altro, le prescrizioni in materia di visite mediche, fornitura
di Dpi, formazione e informazione sulla sicurezza.
Nel decreto il gip scrive di aver condiviso le
"argomentazioni" dei pm e dà atto che le società hanno eliminato
le violazioni e pagato le sanzioni per "un quarto del massimo
dell'ammenda prevista", con "l'effetto di estinguere il reato".
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