In occasione dei dieci anni dalla
morte di Mariangela Melato che ricorrono domani, il Piccolo
teatro di Milano "la ricorda con un omaggio che avrà luogo sui
nostri canali social per far rivivere le parole e l'immagine di
Mariangela", figura "importante per il nostro teatro in senso
lato e per il Piccolo". Così il direttore Claudio Longhi alla
conferenza che si è tenuta oggi per presentare 'Tre modi per non
morire' di Giuseppe Montesano con Toni Servillo.
In conclusione, la lettura di alcune parole dell'attrice:
"L'unica cosa certa, su cui non ho mai avuto dubbi, è che ho
sempre voluto fare l'attrice. L'ho voluto con tutte le mie forze
fin da bambina, da ragazza, vincendo le resistenze dei miei.
Dovevo lavorare e facevo la commessa e poi la vetrinista alla
Rinascente. E la sera studiavo disegno a Brera, all'Accademia,
finché non sono riuscita a frequentare i corsi di recitazione di
Esperia Sperani. Ho cominciato a lavorare al Piccolo di Bolzano,
facevo di tutto e mi divertivo un mondo: un po' sul palcoscenico
e molto di più nel trovarobato, a giocare col teatro, con i modi
e i mezzi con cui si fa teatro. Ma intanto ero diventata
un'attrice: a quel punto si trattava di imparare bene il
mestiere, che doveva essere il 'mio' mestiere, il mio lavoro".
Per Serivllo, è un "onore" portare in scena lo spettacolo di
Montesano "in un teatro che giustamente il Piccolo ha voluto
dedicarle, lo studio Melato. Non c'è modo più affettuoso e
sincero che renderle omaggio dal palcoscenico".
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