"Quando abbiamo una biblioteca qui,
aperta a tutti, vuol dire che nella cultura e nella lettura c'è
una grande speranza". Lo ha detto la senatrice a vita Liliana
Segre nel corso della 'Memoria della deportazione dalla Stazione
Centrale di Milano' al Memoriale della Shoah, l'iniziativa per
ricordare l'anniversario della sua deportazione avvenuta il 30
gennaio del 1944 promossa dalla Comunità di Sant'Egidio per il
ventisettesimo anno.
"Anche se io sono pessimista per quello che penso sul
ricordo della Shoah - ha aggiunto -, quando ho iniziato a
frequentare questa biblioteca e a sentire che tante persone
vengono qui, penso che una volta di più la salvezza sia nel
libro".
"Questo luogo mi ricorda tante persone e tanti fatti, tante
parole. Mi ricordo gesti orribili ma anche cose belle di chi ha
voluto trasformarlo - ha concluso -. Non abbiamo trovato nessuno
quando ci hanno deportato a fermare i camion che venivano qua a
sbarcare le persone per infilarle in quei vagoni. Il ricordo non
è solo tragico perché oltre a essere un luogo vistato da ragazzi
meravigliosi, inoltre da tutta questa ricerca di memoria oggi è
nata una cosa straordinaria che è la biblioteca".
Una ragazza che è salita sul palco a leggere una poesia si è
rivolta a Liliana Segre e le ha detto: "Noi siamo le nuove
candele della memoria, la Shoah non sarà una riga sui libri di
storia ma una memoria viva".
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