I carabinieri del Gruppo tutela
lavoro e il Comando provinciale della Guardia di Finanza di
Milano, in un'inchiesta del pm milanese Grazia Colacicco, hanno
eseguito 7 misure cautelari (una in carcere, 2 ai domiciliari e
4 obblighi di dimora) e hanno eseguito un sequestro preventivo
per poco meno di 163 milioni di euro e 45 perquisizioni su un
totale di 22 indagati. L'inchiesta ha accertato, si legge in un
comunicato del procuratore Marcello Viola, "l'esistenza di un
articolato sistema di frode nel settore dell'edilizia", che vede
coinvolti imprenditori delle province di Bergamo e Brescia,
"finalizzato a dissimulare somministrazioni irregolari di
manodopera attraverso fittizi contratti di appalto-subappalto e
alla sistematica evasione dei relativi oneri fiscali e
previdenziali, mediante il meccanismo della compensazione con
crediti di imposta inesistenti".
Le indagini, scattate nel 2016 dopo "un accesso ispettivo in
un cantiere edile del Pavese", hanno permesso di individuare
"una serie di società assistite" da un unico commercialista che
"mensilmente, portavano in compensazione i contributi
assicurativi e previdenziali relativi alla numerosa manodopera,
vantando dei crediti di imposta risultati inesistenti".
"Magliette", "metri quadri", "mattonelle", "puntelli", ma
anche "un goccino d'olio". Sono tutti termini del "linguaggio
criptico" utilizzato, per fare riferimento al rientro di soldi
illeciti in Italia anche attraverso 'spalloni' dalla Croazia, da
Francesco Romano Paris e altri indagati.
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