(di Igor Greganti e Francesca Brunati)
"Tre su tre!", esulta l'avvocato
Federico Cecconi, circondato dai cronisti appena i giudici
terminano la lettura del verdetto. Anzi, quattro assoluzioni su
quattro per Silvio Berlusconi nei processi sul caso Ruby, se
oltre ai filoni 'ter' di Roma e Siena e a quello principale
milanese che si è concluso oggi si conta pure il primo processo,
quello per concussione e prostituzione minorile, chiuso già con
un'assoluzione definitiva nel 2015.
"Il fatto non sussiste" è stata la formula con, dopo un paio
d'ore di camera di consiglio e 6 anni di processo su fatti che
risalgano ad un periodo che va tra fine 2011 e 2015, i giudici
della settima sezione penale del tribunale di Milano
(Tremolada-Gallina-Pucci) hanno spazzato via le accuse di
corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Una
sentenza con cui sono stati assolti, oltre al Cavaliere, tutti
gli altri 28 imputati, con solo qualche posizione minore
prescritta. Sui social è arrivata la reazione di Berlusconi:
"Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di
sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili - ha
scritto - perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da
magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali
e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state
rivolte".
Il verdetto è arrivato, non a sorpresa, per una questione
giuridica che ha sopravanzato il merito, dopo che un'ordinanza
dello stesso collegio aveva dichiarato "inutilizzabili" i
verbali di gran parte delle giovani ascoltate nei due processi
sul caso Ruby, tra il 2012 e il 2013: 21 ex ospiti delle serate
del "bunga-bunga" ad Arcore, Karima El Mahroug compresa, che,
per l'accusa, sarebbero state retribuite con più di 10 milioni
di euro in totale per portare in aula la versione delle "cene
eleganti". E anche loro tutte assolte oggi. Per spiegare le
assoluzioni, prima del deposito delle motivazioni tra 90 giorni,
il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia ha scelto una
strada innovativa, tracciata dalle norme, diffondendo una nota
di chiarimenti. Motivi di "carattere esclusivamente giuridico",
ha scritto. Ha pesato dunque, come si ipotizzava, quel
provvedimento del novembre 2021, a processo in corso e in
accoglimento di un'istanza dei legali Cecconi e Franco Coppi,
che cancellò le false testimonianze per un 'errore' scoperto
dopo quasi 10 anni. Le cosiddette 'ex olgettine' andavano già
indagate all'epoca, quando furono ascoltate nei processi, perché
su di loro c'erano "indizi" su presunti versamenti da parte
dell'ex premier. Vennero, invece, sentite non "legittimamente"
come testi semplici, non assistite da avvocati e senza la
facoltà di non rispondere. E dato che "andavano correttamente
qualificate come indagate di reato connesso e non testimoni",
secondo i giudici, non solo non si configurano le false
testimonianze, ma "neppure il reato di corruzione in atti
giudiziari" collegato, perché non ci sono più i testi pubblici
ufficiali "corrotti". Di conseguenza nemmeno "l'ipotizzato
corruttore, nel caso di specie Berlusconi",
L'ordinanza del 2021, in realtà, salvava parte delle
dichiarazioni di Barbara Guerra e quelle di Iris Berardi (già
indagate e archiviate all'epoca), ma sul punto le motivazioni
complete potranno fare chiarezza. "Non c'è amarezza, abbiamo
lavorato con profonda convinzione e le prove dal nostro punto di
vista ci hanno dato la convinzione, che rimane, che ci siano
state le false testimonianze e la corruzione", ha commentato
l'aggiunto Tiziana Siciliano, con a fianco il pm Luca Gaglio.
Avevano chiesto 6 anni per Berlusconi e una confisca da oltre 10
milioni e condanne per altri 27 imputati. Assolti anche Luca
Giuliante, ex legale di Karima, e l'ex fidanzato Luca Risso.
"Il tema è squisitamente giuridico", ha aggiunto Siciliano,
chiarendo che valuteranno il possibile ricorso.
E lei, Ruby? Si è presentata in aula, a salutare con gioia la
decisione del Tribunale, pronta ad annunciare l'uscita di un
libro: "Ruby è stata tutta un'invenzione, il mio nome rimane
Karima e ora è finito un incubo", ha detto. Poco distante
un'altra ex fedelissima delle nottate a Villa San Martino,
Marysthell Polanco, che ha chiosato: "Vorrei che si scusassero
per il fango che ci hanno tirato addosso".
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