Dal Kenya si attendono
"informazioni di interesse investigativo" sulla morte
dell'ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, ucciso
insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all'autista Mustapha
Milambo il 22 febbraio 2021 mentre erano con un convoglio del
World Food Program, il programma alimentare mondiale. A pochi
giorni dall'apertura a Roma del processo per omesse cautele a
due funzionari del Pam, il prossimo 25 maggio, l'avvocato della
famiglia Attanasio, Rocco Curcio, in un comunicato fa sapere che
è stato "avviato un dialogo con le autorità presso la Repubblica
del Kenya volto ad ottenere informazioni di interesse
investigativo".
"Lo studio legale Curcio che dal 28 aprile 2023 si avvale
della consulenza dello studio Tuccillo & partnership - è il
testo della nota - comunica che ha avviato un dialogo con le
autorità presso la Repubblica del Kenya volto ad acquisire
informazioni di interesse investigativo circa la vicenda della
morte dell'ambasciatore italiano presso la Repubblica del Congo,
Luca Attanasio".
Le informazioni potrebbero aiutare ad accertare le eventuali
responsabilità dei funzionari del programma alimentare nel
processo, che si aprirà a Roma il 25 maggio, in cui la famiglia
Attanasio si costituirà parte civile e in cui vorrebbe che si
costituisse parte civile anche lo Stato italiano. "Sarebbe il
minimo - ha detto il padre dell'ambasciatore, Salvatore
Attanasio - Luca era il loro ambasciatore: se non lo difendono
loro, chi dovrebbe farlo?".
Le informazioni dal Kenya, questa è la speranza, potrebbero
essere un contributo anche all'inchiesta della Procura di Roma,
per ora contro ignoti, sugli assassini e sui mandanti
dell'omicidio di Attanasio. Per la morte dell'ambasciatore lo
scorso mese a Kinshasa sono state processate e condannate
all'ergastolo sei persone. In quel processo lo Stato italiano si
era costituito parte civile.
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