Rispondono indignati alle accuse
che sono state loro mosse, i due genitori no vax indagati per
tentato omicidio a Milano con l'accusa di aver negato il
permesso per un test Covid al figlio ricoverato con il sospetto
di una grave malattia, almeno da quanto nelle prime
ricostruzioni fornite. "Quello che è stato scritto non è vero",
affermano.
In una intervista su La Verità, i genitori spiegano che il
loro rifiuto al tampone era solo perché temevano che se fosse
risultato positivo al test Covid sarebbe stato isolato in
qualche reparto senza le cure necessarie. I genitori contestano
la ricostruzione fatta dai media e dalle istituzioni
giudiziarie: "Non è vero nulla - aggiungono - nessuno ci ha mai
detto che cosa ha nostro figlio e di che cure necessita. Come
potevamo saperlo, venerdì, se gli avevano fatto solo gli esami
del sangue?" Raccontano che al Buzzi di Milano (dove non ci
hanno chiesto il tampone per il ricovero, perché dipende dalle
singole direzioni sanitarie) hanno detto loro che c'era qualcosa
di sospetto e che sarebbe stato meglio trasferirlo al San
Gerardo di Monza dove c'è un ottimo reparto di Ematologia, dove
invece lo richiedevano.
"Vogliamo solo curarlo, non nuocere alla sua salute -
sottolinea il padre - Come si può solo ipotizzare una simile
atrocità?".
Ora i genitori e il loro legale attendono la decisione del
Gip di Milano sulla convalida del provvedimento del pm
intervenuto su richiesta dei medici. "Nostro figlio intanto non
sta facendo terapie, è ancora in attesa di una diagnosi".
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