"Sono israeliano ho vissuto qualche
anno qui in Italia per business. Mi hanno chiamato i riservisti
quindi sto tornando subito. Il mio sentimento è che ho vissuto
benissimo in Italia ma quando i tuoi amici stanno male, la tua
famiglia, non posso stare con le mani in mano". E' molto scosso
ma anche determinato uno degli israeliani che si imbarcano
sull'aereo che è partito la scorsa notte da Malpensa per Tel
Aviv. A bordo oltre a tanti riservisti che rispondono alla
chiamata del loro Paese anche tanti che vogliono raggiungere le
loro famiglie e rendersi utili in ogni modo nella guerra che
Israele sta combattendo dopo l'attacco di Hamas.
"Io sono anche guidatore di ambulanza in Israele, volontario
- spiega l'uomo -. Quando ha saputo di questa notizia ho pianto,
pianto tantissimo, prima di tutto ho provato a chiamare i miei
amici che stanno tutti bene, anche la famiglia. Poi ho cercato
di trovare il primo biglietto disponibile, I bambini sono sotto
choc per gli allarmi ma la mia famiglia non e al sud dove c'e
stato un progrom non una guerra, non e mai successo cosi. Sembra
la seconda guerra mondiale con i nazisti che uccidono gli ebrei.
Questa volta sara lunga, non è come gli altri attacchi
terroristici, ci vorra piu tempo"
"Stiamo tornando a casa per difendere il nostro Paese che è
ora in una incredibile situazione - risponde un altro riservista
in partenza - ma il popolo ebreo è sempre sopravvissuto sin
dall'inizio e vinceremo anche questa volta contro il potere del
diavolo". "Non abbiamo altra scelta, dobbiamo tornare", si
limita a dire un altro che risponde alla chiamata mentre si
avvia al gate con il figlio piccolo.
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