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Gravi disordini nel carcere di Como, appiccati degli incendi

Gravi disordini nel carcere di Como, appiccati degli incendi

Alcuni agenti intossicati e almeno cinque di loro sono stati portati al pronto soccorso

ROMA, 04 dicembre 2023, 00:15

Redazione ANSA

ANSACheck

Un carcere (foto archivi ANSA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un carcere (foto archivi ANSA) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un carcere (foto archivi ANSA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

A Como, che nella classifica dei penitenziari più affollati si colloca al terzo posto, con 421 detenuti all'appello a fronte di 226 posti (più 186%), in serata si sono registrati gravi disordini, con alcuni ristretti che avrebbero devastato un'intera sezione appiccando anche fuoco a materassi e suppellettili, tanto da rendere necessario l'intervento dei vigili del fuoco. La Polizia penitenziaria intervenuta anche con operatori richiamati in servizio dal riposo o dopo aver espletato il turno di lavoro, ha ristabilito l'ordine. Vi sarebbero tuttavia alcuni agenti intossicati e almeno cinque di loro che sarebbero dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso cittadino. A dirlo è Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

"A Como, peraltro, oltre che con il grave sovrappopolamento detentivo, occorre fare i conti anche con la voragine nell'organico della Polizia penitenziaria che conta circa 200 agenti a dispetto di un fabbisogno quantificato dallo stesso Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria in almeno 353 unità, con un deficit del 40%. Sarà anche per questo che l'istituto durante i disordini è stato a lungo presidiato, esternamente, dalle altre forze dell'ordine", spiega il dirigente sindacale. "Non servono più proclami e placebo, il Governo vari un decreto carceri per immediate assunzioni straordinarie nel Corpo di polizia penitenziaria, complessivamente mancante di 18mila unità, quale principale fattore per la soluzione dei numerosi problemi che attanagliano il sistema. Tergiversare con ulteriori palliativi rischia di vanificare, anche al di là di ogni buon proposito, quel poco di utile che si inizia a intravedere in un apparato detentivo abbandonato a se stessa da troppi anni di malgoverno", conclude De Fazio.
   

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