"Come da tradizione il 7 dicembre
politici e potenti si presenteranno per la prima della Scala.
Domani ci sarà anche la Confederazione unitaria di base per
ricordare loro di occuparsi di comprendere quali siano i
problemi del 'popolo' che non è un'entità astratta ma è
costituito in gran parte dalla massa di lavoratori dipendenti,
la maggior parte dei quali gode di una retribuzione
medio-bassa".
Lo afferma la Cub annunciando un presiodio di
lotta a partire dalle 15 in piazza della Scala in occasione
della Prima.
"Negli ultimi tre anni i redditi da lavoro dipendente hanno
subito un ennesimo durissimo colpo.
Questa flessione dei salari
reali ha ampliato in modo significativo il bacino dei lavoratori
poveri e la quota di famiglie che si trova al di sotto della
soglia di povertà assoluta e relativa - sottolinea la Cub -.
All'interno di questo quadro piuttosto fosco, si collocano poi
alcune aree foschissime. Per esempio, quella di
particolare rilievo costituita da tre milioni e duecentomila
dipendenti pubblici. Una massa non trascurabile di cittadini
vessata da tante ingiustizie".
"Nella Finanziaria, l'attuale Governo ha deciso anche il
taglio delle future pensioni dei dipendenti pubblici attraverso
la modifica dei coefficienti di calcolo - denuncia il sindacato
-. Taglio che da stime riguarderà oltre 700 mila lavoratori, per
circa 3,5 miliardi di euro entro il 2043. Facendo i calcoli, per
una pensione di vecchiaia con 35 anni di contribuzione nel 2024
e 67 anni di età, ed una retribuzione di 30.000 euro annui
lordi, si può raggiungere un taglio di 4.432 euro all'anno, che
se proiettato fino all'attesa di vita media raggiunge un mancato
guadagno pari a 70.912 euro".
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