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Operaio travolto e ucciso dal treno nel Bresciano

Operaio travolto e ucciso dal treno nel Bresciano

Aveva 51 anni e stava lavorando in un cantiere in stazione. Probabilmente la vittima non ha visto arrivare il treno per la nebbia fitta

30 gennaio 2024, 16:15

Redazione ANSA

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Operaio travolto e ucciso da treno nel Bresciano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Operaio travolto e ucciso da treno nel Bresciano -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Operaio travolto e ucciso da treno nel Bresciano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un operaio di 51 anni, Joao Rolando Lima Martins, è morto poco dopo la mezzanotte travolto da un treno alla stazione di Chiari, nel Bresciano. L'uomo, portoghese, era dipendente della società Rebaioli, con sede a Darfo Boario Terme ed è stato investito dal treno Italo Bergamo-Napoli mentre si trovava sui binari per svolgere lavori per Terna ad un traliccio dell'alta tensione.

 In relazione all'incidente, fonti Fs precisano che: "Dai primi accertamenti si configura come indebito attraversamento dei binari, ma le verifiche sono in corso". Le stesse fonti spiegano anche che "l'investimento è avvenuto intorno alla mezzanotte, la persona coinvolta è un operaio che doveva svolgere un lavoro per conto di Terna. Il convoglio investitore è un treno Italo diretto a Bergamo". 

 Terna dal canto suo fa sapere che l'operaio coinvolto "operava per conto della ditta Rebaioli, società appaltatrice incaricata di svolgere lavori di tesatura conduttori su una linea della rete elettrica nazionale in costruzione". "L'evento -comunica ancora Terna- è avvenuto prima dell'orario stabilito di avvio delle attività pianificate con fermo treni". 

. La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta e attende le relazioni per ricostruire nel dettaglio l'accaduto.

Cub, la strage infinita continua

 La Confederazione unitaria di base (Cub), dopo l'ennesimo morto del lavoro - un operaio travolto e ucciso da un treno alla stazione di Chiari (Brescia) - denuncia che la "la strage infinita continua" e che la Lombardia "si conferma maglia nera".
Non viene smentita la statistica - afferma il Centro Studi del sindacato - che per il 2023 a livello nazionale ha rilevato circa 1.485 "uccisi dal lavoro" fra cui fra i 500 e i 600 in itinere cioè che hanno perso la a vita in viaggio o andando o tornando dal luogo di impiego.

Per la Cub "è prioritario che le istituzioni operino per il ripristino della sicurezza sul lavoro, in questo caso di tutto il sistema delle infrastrutture e dei trasporti; non è accettabile il continuo taglio agli investimenti in tal senso, circostanze aggravate da precarietà ed esternalizzazioni al ribasso e mancanza di formazione degli addetti ai lavori".

"Spendere in sicurezza sul lavoro, rappresenta un investimento per il futuro di cui beneficia l'intera società, oltre a evitare questa drammatica conta dei caduti e degli incidenti. L'omicidio sul lavoro è ormai una misura da non rinviare ma è altresì vero che serve una 'politica' in grado di imporre un salto di qualità nella tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro", afferma Antonio Amoroso, segretario Cub Trasporti di recente ascoltato in Senato in Commissione Lavoro in merito alla necessità di interventi per mettere in sicurezza i passaggi a livello e di accorgimenti a prova di errore umano, che rendano impossibile l'invasione tra l'area dell'esercizio ferroviario e quella dei cantieri. 

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