C'è anche Antonino Carollo, figura
di spicco nell'indagine milanese Duomo Connection, tra i quattro
destinatari di un provvedimento cautelare disposto nell'ambito
dell'inchiesta della Procura milanese per bancarotta, reati
fiscali e riciclaggio e che, oltre agli arresti, ha portato la
Gdf a sequestrare beni per 4 milioni di euro. Carollo (allora
affiliato a Cosa Nostra, figlio del boss assassinato nel 1987) è
stato arrestato a Pisa dalla Guardia di Finanza. Per lui e per
un avvocato di Abbiategrasso, il gip Mattia Fiorentini ha
firmato una ordinanza di custodia cautelare in carcere mentre
per altre due persone ai domiciliari.
Le indagini, condotte dai finanzieri della Compagnia di
Magenta su delega dei pm Bruna Albertini e Simona Ferraiuolo,
hanno consentito di scoprire un articolato sistema fraudolento
pianificato e diretto dal legale, Giovanni Bosco (cognato di
Paolo Errante Parrino) con l'ausilio di professionisti e
collaboratori come appunto Carollo, e con il coinvolgimento di
una serie di persone come prestanome di imprese. Lo scopo del
meccanismo ideato, è l'ipotesi, sarebbe stato quello di evadere
il fisco, aggirare i creditori e consentire il riciclaggio di
denaro di derivazione illecita. Gli indagati sono 22.
Nell'ambito dell'indagine sono state eseguite anche 20
perquisizioni tra le Province di Milano, Pavia, Pisa, Varese,
Treviso, Livorno e Catanzaro attraverso l'impiego di oltre 70
militari e di unità cinofile "cash dog".
Carollo, figura chiave nell'inchiesta Duomo Connection,
coordinata da Ilda Boccassini e Giovanni Falcone e condotta dai
carabinieri di Sergio De Caprio, ossia "Capitano Ultimo", era
stato condannato a 24 anni di carcere. La vicenda aveva
accertato infiltrazioni mafiose a Milano.
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