"Oggi come Fridays for Future
abbiamo continuato lo sciopero globale per la giustizia
climatica. Lo abbiamo fatto con una manifestazione cittadina
insieme alle realtà palestinesi e ai lavoratori della ex GKN.
Gli ostacoli dall'alto non sono mancati": a raccontarlo sono gli
organizzatori della manifestazione a Milano.
"Sala, che con la sua amministrazione si dipinge di verde,
ha personalmente cambiato i percorsi delle manifestazioni
ecologiste, relegandoci a strade strette che portano lontano
della città. Tutto ciò per non disturbare l'unica Milano che gli
interessa: quella dell'apparenza e degli interessi economici"
dichiarano gli attivisti di Fridays For Future.
"Nonostante ciò, siamo scese in piazza per sottolineare che non
c'è transizione senza coinvolgere i lavoratori e che giustizia
climatica e sociale sono connesse. Abbiamo organizzato una
manifestazione insieme alle realtà palestinesi di Milano,
evidenziando così che la lotta per il clima non avrà successo
senza la libertà e l'autodeterminazione del popolo palestinese e
di tutte le popolazioni oppresse nel mondo. Basti pensare che
per colonizzare la Palestina sono stati sradicati più di 800.000
ulivi e altri alberi da frutto locali e sono stati sostituiti
con colture intensive e occidentali, che danneggiano il suolo e
richiedono l'impiego di molta acqua. Nel frattempo, le riserve
idriche sono sistematicamente sottratte al popolo palestinese da
anni e il mare di Gaza viene spartito tra compagnie del fossile
per aprire nuovi pozzi di gas, le cui royalties andranno a
Israele". Secondo Martina Comparelli di Fridays For Future "Ciò
che succede a Gaza è un'ingiustizia sociale ma anche climatica.
La Palestina è un territorio particolarmente esposto agli
impatti della crisi climatica e i bombardamenti degli ultimi
mesi stanno uccidendo il clima oltre alle persone. L'impatto
degli attacchi di Israele da ottobre 2023 a gennaio 2024 sono
pari a 281.315 tonnellate metriche di diossido di carbonio, una
cifra equivalente alla combustione di 150.000 tonnellate di
carbone. Chiediamo che si metta fine al genocidio e all'ecocidio
della Palestina."
La mobilitazione portava anche delle proposte. Infatti nel
corteo di oggi si è ribadito quanto espresso nel primo report
della campagna "Lavori Climatici": è necessaria una transizione
ecologica a pianificazione democratica in cui ci sia una
democratizzazione anche del lavoro stesso. C'è impellente
bisogno di una riconversione industriale che produca i beni e
servizi chiave per decarbonizzare I settori a più alte emissioni
e realizzare la giustizia sociale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA