"Due anni fa non c'era stato il
rinnovo, l'anno scorso era stato parziale. Ci sono stati e ci
sono confronti, ma non c'è mai stata fretta". Così, dopo il 3-0
al Torino, Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta, circa
i colloqui di questi giorni con la società: "Abbiamo parlato un
po' l'altro giorno delle situazioni tecniche, non abbiamo
nemmeno la data del ritiro - spiega il tecnico -. Il presidente
Percassi mi ha sempre gratificato oltre i contratti. I Percassi
devono confrontarsi coi Pagliuca. Ci sono state cose, negli
ultimi due anni, che mi davano la sensazione fosse il momento di
lasciarci. Se dovevamo lasciarci, mi dicevo, facciamolo nel
migliore dei modi. E adesso abbiamo vinto l'Europa League".
"Anche l'amministratore delegato Luca Percassi era stato
possibilista - continua Gasperini -, ma poi abbiamo continuato
insieme. Il rispetto è sempre stato enorme, abbiamo messo
l'Atalanta sopra tutto. In ballo c'è se vogliamo continuare
insieme o no, non il rinnovo in sé". Gasperini appare ancora
euforico: "viviamo un momento di ebbrezza, ce lo dicono l'Europa
il mondo che abbiamo fatto qualcosa di importante e
straordinario. Arrivano attestati incredibili anche da
oltreoceano nei nostri confronti - continua l'allenatore dei
bergamaschi -. La gente inneggia allo scudetto? E' giusto che
sogni, ne ha diritto. Noi non siamo stati più forti, siamo stati
più bravi. Vale per il Liverpool nei quarti di finale come per
il Bayer Leverkusen in finale".
Infine, sulla partita e l'annata dei suoi. "Sono tanti mesi
che dovremmo riposare e fare turnover, ma più giocano più i miei
stanno bene. L'Europa League ha dato un'adrenalina fantastica e
i ragazzi rispondono con una partita tutt'altro che facile ma
straordinaria come questa, con slancio e voglia di fare
risultato e scalare posti in classifica - spiega Gasperini -. Il
4 dicembre proprio in casa del Torino fu un passaggio
necessario. Perdemmo 3-0 mentre stavamo chiudendo il girone di
coppa, fu una partita con errori grossolani. Ma da lì siamo
cresciuti anche in autostima imparando a giocare bene ogni tre
giorni - conclude -: prima eravamo alterni: siamo a 55 partite
stagionali, se ne vinci oltre venti nel solo campionato vuol
dire che sei competitivo".
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