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Trenord chiede risarcimento da 10mila euro a portavoce pendolari

Trenord chiede risarcimento da 10mila euro a portavoce pendolari

Dahò: 'Spero non vadano avanti'. Pd: 'Un fatto molto grave'

MILANO, 05 giugno 2024, 18:34

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Trenord ha chiesto un risarcimento di 10mila euro al rappresentante dei pendolari lecchesi Giorgio Dahò per delle sue affermazioni contenute in un comunicato stampa dello scorso maggio in merito ai disservizi, ai nuovi treni Donizetti e ai treni in circolazione sulla linea.
    Dichiarazioni ritenute "fortemente lesive" della reputazione dell'azienda, nonché "false e pretestuose", mentre dal Pd parlano di una situazione "molto grave" e lo stesso Dahò invita Trenord a ritirare la richiesta.
    Nello specifico, "il signor Dahò - si legge in una nota di Trenord - in un comunicato diffuso lo scorso 9 maggio ha sostenuto che Trenord avesse riesumato "i vecchi vagoni 'Media distanza' dai vasti depositi di rottami accantonati sui binari morti". È un'affermazione grave, che mette in dubbio la costante attenzione posta alla sicurezza dell'esercizio ferroviario, e si aggiunge nel testo ad altre asserzioni false e diffamatorie", come il fatto che i Donizetti "siano "inutilizzabili", quando ancora oggi circolano sulla Milano Centrale-Lecco-Sondrio-Tirano".
    Trenord, conclude la nota, "ha sempre dimostrato disponibilità al dialogo con i rappresentanti dei viaggiatori, compreso il signor Dahò" quando però "è condotto con senso di responsabilità, rispetto reciproco e attinenza alla realtà".
    "Mi auguro che Trenord non voglia andare avanti e ritiri la richiesta di risarcimento" afferma Dahò, parlando di "una cosa inaudita" visto che "viene di fatto negato il diritto di critica e di opinione".
    E comunque "tutti i dati che ho riportati sono veri. Il disagio è reale quando ci sono delle composizioni non adeguate al numero dei passeggeri che devono salire".
    "Trenord - commentano i consiglieri regionali del Pd Simone Negri e Gian Mario Fragomeli - è una società che fa capo alla Regione e allo Stato e dovrebbe pensare a far viaggiare i treni e a soddisfare le esigenze dei cittadini, non a intimidire i rappresentanti dei pendolari chiedendo soldi e minacciando azioni legali".
   

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