Il cappello di paglia di Firenze,
composto da Nino Rota su libretto della madre Erminia e
pubblicato nel 1955, andato in scena alla Scala con le regie di
due leggende come Giorgio Strehler e Pier Luigi Pizzi, torna nel
teatro milanese dal 4 settembre con un progetto ambizioso ed
essenzialmente giovane.
E non è giovane solo perché in questa produzione della
stagione lirica, la Scala ha scelto di affidare i ruoli ai
cantanti dell'Accademia ma perché servono artisti atletici per
affrontare questa rappresentazione della commedia degli errori,
ideata da una squadra di regia altrettanto giovane.
A guidarla è il trentasettenne Mario Acampa (attore,
conduttore e regista che nel teatro milanese ha firmato la serie
per i ragazzi Lalla & Scali e...), che ha scelto di dare una
opportunità ad altri giovani "come in passato è capitato a me",
racconta. E così per i costumi ha scelto la trentatreenne Chiara
Amaltea Ciarelli, che ha realizzato, insieme alla sartoria
scaligera, circa 120 abiti tipici degli anni '50 con alcuni echi
fantastici per la festa della Baronessa, e per il progetto
scenico il ventiseienne Riccardo Sgaramella. "Probabilmente
siamo la squadra più giovane che ha lavorato alla Scala, con un
progetto fra i più complessi" osserva il regista. Con loro un
direttore di grande esperienza, Donato Renzetti, e la coreografa
Anna Olkhovaya. Le prove sono già iniziate ai laboratori
scaligeri dell'Ansaldo e riprenderanno, dopo la pausa estiva, il
21 agosto alla Scala
La storia è ambientata in una cappelleria negli anni '50,
dove il protagonista Fadinard fa le pulizie. Una gigantesca
scena su due piani di un diametro di 18 metri che gira e
permette allo spettatore di seguire l'azione che si sposta in
ogni stanza della fabbrica con un effetto cinematografico. Un
effetto da cinema che, secondo Acampa, si trova anche nella
musica composta da Rota, famoso per le sue colonne sonore (da
quelle dei film di Fellini al Padrino II con cui ha vinto
l'Oscar).
In questo allestimento non è il cavallo di Fadinard, che deve
sposare Elena, a mangiare il cappello di Anaide mentre lei si
trova con l'amante Emilio, ma è un'aspirapolvere a distruggerlo.
E tutta la vicenda, il tentativo di trovare un cappello uguale
ad Anaide perché il marito Beaupertuis non si accorga del suo
tradimento, il rivolgersi alla baronessa, la serie di equivoci e
il lieto fine è un sogno che Fadinard fa dopo essere stato
picchiato. E poi si risveglia nella condizione iniziale
"potrebbe essere un risveglio amaro ma c'è una sorpresa -
promette Acampa - E' una storia di amore e riscatto".
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