Guardarsi dentro dopo aver passato
l'interno a causa dell'uso di stupefacenti e trasformarlo in
arte. Questo il cuore delle oltre 60 immagini in mostra con "Out
of the BLUe. Confini di una generazione", presentati oggi presso
lo spazio Base Milano dove resteranno esposte fino al 17 luglio
prossimo, e che accendono i riflettori sul difficile vissuto di
un gruppo di giovani. Undici ragazzi e ragazze seguiti da Spazio
Blu, servizio multidisciplinare specialistico dell'ASST Santi
Paolo e Carlo di Milano e sottoposti a provvedimento
dell'Autorità Giudiziaria.
Momenti di malinconia, senso di solitudine, ma anche nuove
amicizie e tanta voglia di rimettersi in gioco, sono al centro
della mostra fotografica che rappresenta la conclusione del
progetto "Caleidoscopio, obiettivi di vite", realizzato da
Ri-Scatti ODV, associazione di volontariato impegnata a
promuovere occasioni di riscatto sociale attraverso la
fotografia, in collaborazione con Spazio Blu e con il sostegno
di Canon Italia.
L'iniziativa ha l'obiettivo di offrire ai ragazzi, attraverso
un laboratorio fotografico, l'opportunità di scoprire e
coltivare il proprio talento, ma anche di sviluppare competenze
utili per un futuro professionale. A guidare i giovani allievi,
equipaggiati con attrezzatura Canon, lungo un percorso per
immagini alla riscoperta di sé stessi, con Pietro Masturzo,
fotografo documentarista e fotoreporter indipendente come
docente, coadiuvato dai volontari di Ri-scatti.
"I giovani chiedono di essere compresi, non giudicati e basta,
ma è evidente che noi adulti siamo troppo presuntuosi per
ammettere che il muro dell'incomunicabilità è opera nostra - ha
detto Masturzo - ancora una volta ho avuto il privilegio di
guidare un gruppo di adolescenti in un percorso di formazione e
di condivisione attraverso la fotografia, e ancora una volta
sento di aver ricevuto più di quanto sia riuscito a dare".
"Abbiamo imparato a conoscere i ragazzi lavorando con loro
per 4 mesi - ha spiegato Stefano Corso, presidente Ri-scatti ODV
- abbiamo imparato ad ascoltarli cercando di fornire loro gli
strumenti per raccontarsi, abbattendo tramite la fotografia
differenze di età, diffidenze e disincanto".
La fotografia ha rappresentato per i giovani "uno strumento
alternativo alla parola per accedere al mondo delle emozioni -
ha detto Mara Gonevi, responsabile del servizio
multidisciplinare Spazio Blu - un modo diverso per relazionarsi
con gli altri e la scoperta di una nuova passione".
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