Sarà interrogato in settimana
Giacomo Bozzoli in merito alla latitanza durata 11 giorni e
conclusa nel contenitore del letto matrimoniale della sua villa
a Soiano del lago. Nei prossimi giorni è previsto anche un primo
incontro con i familiari nel carcere di Bollate dove il 39enne
bresciano è rinchiuso da venerdì.
Continua a proclamarsi innocente e ha annunciato di aver
scritto una memoriale destinato ai vertici della giustizia
bresciana in cui parla di un testimone austriaco, una donna, che
lo scagionerebbe. Si tratta però di una situazione già emersa
durante il processo e fa riferimento ai soldi, emessi da una
banca austriaca, e trovati a casa di Giuseppe Ghirardini
l'operaio addetto al forno della fonderia la sera della
scomparsa di Mario Bozzoli, svanito nel nulla sei giorni dopo il
suo datore di lavoro e trovato morto suicida.
Secondo i giudici, soprattutto quelli della corte
d'appello, quei soldi sarebbero un anticipo per commettere
l'omicidio che Giacomo Bozzoli avrebbe dato a Giuseppe
Ghirardini. La testimone, rappresentante di un'azienda austriaca
di metalli ferrosi, potrebbe essere utile a Bozzoli per smentire
il fatto che sia stato lui a portare il denaro dall'Austria. Una
situazione già emersa nei processi e che non ha cambiato il
quadro accusatorio nei confronti del bresciano, condannato
all'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario.
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