"Ho compiuto questo gesto perché pensavo in quel momento che potesse essere la soluzione a un malessere che provavo da giorni, ma non ce l'avevo con la mia famiglia, non ci pensavo dal giorno prima, anzi pensavo anche ad altre soluzioni come andarmene di casa".
E' quanto avrebbe detto, come ha sintetizzato il suo legale, il 17enne autore della strage di Paderno Dugnano, nell'interrogatorio davanti al gip per i minorenni durato circa un'ora e mezza.
Il legale, dopo l'interrogatorio, ha spiegato ai cronisti che il ragazzo ha ripercorso, come negli interrogatori coi pm, la "dinamica" della strage con i dettagli. Sulle motivazioni "non ha dato una risposta precisa", ha parlato di quel "malessere esploso negli ultimi giorni e culminato in quel gesto, fatto come una soluzione, ha pensato, a quel disagio".
Ha ribadito "il dispiacere per genitori e fratello, dispiacere non per se' ma per i familiari che non ci sono più". In quel momento, quella sera, "la soluzione è stata quella, ma non ci aveva pensato il giorno prima stava pensando quale soluzione potesse trovare, scappare, andare in Ucraina, allontanarsi dalla famiglia". L'idea di uccidere è "maturata durante la notte, non ci pensava da prima". Il ragazzo, ha aggiunto il legale, "è provato, dopo tutti questi interrogatori, ma il suo racconto è coerente rispetto a quello che ha già detto". Incontrerà i nonni dopo la decisione del giudice. Il legale preparerà una istanza per l'incontro.
"I nonni non si allontanano da lui - ha detto il difensore - è l'unico ragazzo rimasto della famiglia e vogliono aiutarlo, anche quando uscirà". La difesa nominerà un consulente per verificare se quel disagio "nasconda un disturbo più grave", in vista di una richiesta di perizia. "La festa di compleanno del padre non ha fatto da detonatore - ha aggiunto il difensore -. Non era un disagio, un problema nei confronti della famiglia, si manifestava in tutto, nello sport, a scuola. Non ce l'aveva coi familiari". La difesa riconosce la gravità del fatto, ma ha chiesto per lui la "misura più idonea, una valutazione sulla misura da applicare, per noi sarebbe una comunità, il carcere non è l'unica soluzione, bisogna cercare di recuperarlo". Al Beccaria "legge libri, ha chiesto un libro di matematica, non so se per fare l'esame di riparazione, non so se è fattibile".
La difesa del 17enne autore della strage familiare di Paderno Dugnano ha proposto al gip per i minorenni di Milano che lo ha interrogato stamani nel carcere Beccaria, che non rimanga in custodia cautelare in carcere ma venga trasferito in una comunità. Lo ha spiegato il legale Amedeo Rizza chiarendo che in questi casi "il carcere non è l'unica soluzione". Oggi il gip dovrebbe decidere sulla convalida dell'arresto e sulla misura cautelare. I pm minorili hanno chiesto che il ragazzo resti al Beccaria.
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