E' stato convalidato il fermo e disposto il carcere per i tre aggressori dello studente arrivato a Milano dalla Puglia per sostenere il test d'ingresso al corso di laurea di professione sanitaria, picchiato e rapinato giovedì scorso dopo essere sceso dal treno, alla Stazione Centrale. Secondo il gip Lorenza Pasquinelli, i tre - per i quali si profila un processo con rito immediato, - vista la "violenza esercitata" nei confronti della vittima, hanno mostrato una "personalità criminale non irrilevante" e per tanto la richiesta avanzata dal pm Carlo Scalas di applicare la misura di custodia cautelare in carcere, è la sola ritenuta idonea.
L'accusa è rapina aggravata per aver commesso il fatto in cinque o più persone e "in un luogo tale da ostacolare la pubblica o privata difesa", ossia il tunnel della linea verde della metropolitana. Inoltre sono state contestate anche le lesioni aggravate per le "contusioni multiple" provocate al 19enne, il quale ha raccontato: "Prima di arrivare ai tornelli, sono stato aggredito. Sono stato colpito con un pugno alle spalle" da uno. "Poi gli altri mi hanno bloccato contro il muro strappandomi l'orologio, la collanina d'oro, i vestiti, il carica batterie del telefono e il profumo che avevo nello zaino".
Il ragazzo ha detto di essere "contento" per aver passato il test e "arrabbiato. E' stato scioccante. Ora mi sono ripreso, anche se mi pesa che mi abbiano rubato l'orologio: era un regalo di mio papà, ci teneva molto". Ha aggiunto che non ha paura di muoversi per Milano, ma che adesso starà "più attento", cosa che comunque non dovrei fare in città perché dovrebbe esserci la sicurezza di spostarsi liberamente senza alcun tipo di timore". Il giudice, che ha condiviso l'impostazione del pubblico ministero, ha ritenuto, "attuale, rilevante e concreto" il pericolo di reiterazione del reato e sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e il pericolo di fuga dei tre, originari del Marocco, senza documenti, senza fissa dimora e con precedenti, e che avrebbero 'colpito' con la complicità di altre due persone ancora da identificare. Come si evince da provvedimento, che risale a quattro giorni fa, sono necessari una serie di accertamenti posto che gli arrestati, uno dei quali coetaneo della vittima e gli altri due di 33 e 49 anni, hanno reso dichiarazioni con cui hanno negato gli addebiti.
Dichiarazioni "non attendibili" e in "contraddizione" con il racconto del ragazzo aggredito e con gli esiti dell'esame delle immagini delle telecamere di sorveglianza e "tra loro contraddittorie": ciascuno ha "fornito una versione dei fatti del tutto diversa e a tratti antitetica rispetto a quella resa dagli altri correi". Intanto, oggi, nel corso della riunione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto Claudio Sgaraglia, è stato stabilito di continuare ad incrementare i servizi delle Forze dell'Ordine per garantire un maggior rafforzamento dei dispositivi di controllo e di sicurezza nelle stazioni ferroviarie e nelle zone limitrofe, in particolare presso la Stazione Centrale e la Stazione Garibaldi.
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