A Morimondo, in provincia di
Milano, dove nel 1134 si insediò la prima comunità monastica,
sono stati realizzati una serie di interventi di
riqualificazione nei territori agricoli che circondano la
storica abbazia che attira visitatori da ogni parte d'Italia. Il
progetto si chiama L'Agricoltura dei Monaci ed è stato
finanziato dalla Regione Lombardia attraverso i fondi europei
dei PIA - Progetti di Area.
L'obiettivo era quello di valorizzare un territorio
fortemente vocato all'agricoltura, mettendo in risalto l'aspetto
storico, culturale e religioso oltre che quello paesaggistico,
anche in ottica turistica.
Come spiega Marta Guarise, Project Manager di Agricola 2000,
azienda capofila dell'iniziativa che si è avvalsa della
consulenza dei tecnici dello studio associato Origgi Facchini
Ranzani Cucchi e del naturalista Mauro Villa, sono stati
ristrutturati sei fontanili ed è stato potenziato il sentiero
delle erbe, connesso con l'orto medievale dell'abbazia.
Il progetto vede come partner 22 diversi attori, con 14
imprese agricole, 2 fondazioni, 3 enti pubblici, 2 società e
un'associazione culturale. Uno dei punti di forza
dell'iniziativa è stato il progetto 'Rifon' che ha comparato,
per quanto riguarda l'irrigazione delle risaie, l'utilizzo di
acqua dei fontanili e quella del naviglio: "Tutto ciò - aggiunge
Guarise - è servito per creare delle linee guida sull'uso
dell'acqua e per incentivare la produzione di riso in maniera
sostenibile e con basso contenuto di metalli pesanti".
A Morimondo "gli interventi realizzati dal Comune - spiega
Luca Venegoni, responsabile Area Tecnica dell'amministrazione di
Morimondo - hanno riguardato principalmente il percorso
ciclopedonale dei monaci che si sviluppa attorno alle mura del
monastero, attraversa le aste dei fontanili riqualificati e si
ricollega alla viabilità già esistente. Sono stati anche posti
dei cartelli in 8 punti del territorio con un codice QrCode che
fa accedere a una mappa dove si possono avere informazioni sul
progetto".
Anche gli oratori di San Rocco a Fallavecchia e di Santa
Maria Addolorata a Cascina Coronate, donati nel 1561 da Papa Pio
IV alla Ca' Granda, l'attuale ospedale Policlinico di Milano e a
cui la popolazione è molto legata, sono stati messi in sicurezza
e restituiti alla comunità.
In particolare, nella chiesa di San Rocco, durante i lavori
è stata fatta una scoperta speciale: "Durante l'intervento
abbiamo dovuto aprire una botola nel solaio di legno - racconta
Marco Camarda, dell'ufficio gestione manutenzioni della
Fondazione Patrimonio Ca' Granda - e lì abbiamo scoperto che
c'era un affresco non noto che rappresentava l'assunzione della
Vergine. Dialogando con la Soprintendenza abbiamo deciso di
levare il solaio e ripristinare l'ambiente unico, come era una
volta".
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