'Oggi la scienza ci dice che,
agendo in maniera strutturata sugli stili di vita, possiamo
davvero interferire sulla qualità del nostro invecchiamento.
L'obiettivo di invecchiare restando giovani è qualcosa su cui
possiamo lavorare in maniera scientifica'. Lo ha detto Giovanni
Scapagnini, professore ordinario di Nutrizione Clinica
all'Università del Molise e vicepresidente della Società
italiana d Nutraceutica (Sinut), a margine del quinto congresso
internazionale 'Healthy Lifespan - Positive nutrition,
antiinflammation diet, physical activity and sport' organizzato
dalla Fondazione Paolo Sorbini e promosso da Enervit e Technogym
a Palazzo Mezzanotte a Milano.
'La nutrizione è una delle variabili su cui si può
interferire in maniera più semplice', ha aggiunto Scapagnini,
che ha poi parlato del concetto di 'positive nutrition': 'Quando
parliamo di dieta siamo sempre molto preoccupati a levare le
cose che ci fanno male - ha osservato - un approccio corretto
nella logica della prevenzione primaria. Ma non dobbiamo
dimenticare che è altrettanto importante aggiungere le cose che
ci fanno bene e inserire ogni giorno del positivo'.
'In questo momento assistiamo a una divergenza sempre
maggiore tra l'aspettativa di vita e l'aspettativa di vita in
salute' visto che in Italia 'l'aspettativa di vita media di
uomini e donne è poco più di 81 anni mentre quella in salute è a
stento 60 anni. Questo - ha aggiunto - vuol dire che ognuno di
noi dovrebbe attendersi il 20% della propria esistenza collegata
alla presenza di malattie croniche degenerative non curabili'.
'È stato dimostrato - ha proseguito Alberto Albanese,
professore dell'Istituto Clinico Humanitas Rozzano e presidente
dell'Associazione Internazionale sulle sindromi parkinsoniane e
malattie correlate - che una corretta alimentazione, associata
al regolare esercizio fisico, può ridurre significativamente il
rischio di insorgenza di patologie neurodegenerative come il
Parkinson e l'Alzheimer'.
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