"Quella notte sono uscito perché
ero nervoso". E' quanto ha detto agli investigatori Daniele
Rezza subito dopo esser stato fermato ad Alessandria,
sottolineando di aver detto al padre solo la mattina successiva
di aver ucciso Manuel Mastropasqua.
Nel corso dell'interrogatorio, com'è riportato nel
provvedimento di fermo davanti ai carabinieri di Milano e al pm
Maria Letizia Mocciaro, "Rezza ha confessato l'accaduto e, in
particolare, ha dichiarato di essere uscito quella notte in
quanto nervoso, di aver portato con sé un coltello da cucina che
aveva infilato all'interno dei pantaloni e che, incontrando il
Mastrapasqua (che non conosceva) gli aveva chiesto 'di dargli
qualcosa'". "Non ricevendo risposta - si legge ancora - gli
strappava le cuffie che la vittima portava al collo. Alla
reazione del Mastrapasqua sferrava una coltellata all'altezza
del torace, dopo di che si dava alla fuga e prima di rientrare a
casa si disfava del coltello nella via adiacente". Il
diciannovenne ha dichiarato "di essere rientro a casa, di aver
visto il padre, ma di aver confessato l'accaduto solo la mattina
successiva. E volendo espatriare si è recato in compagnia del
padre presso la stazione ferroviaria di Pieve Emanuele per
prendere un treno". Dichiarazioni "coincidenti - si legge ancora
nel verbale - con quelle rese al personale della Polfer di
Alessandra" e che hanno trovato "riscontri anche dalle indagini
in corso".
Dalle telecamere in prossimità del Carrefour di Milano in via
Parini, infatti "si vede il Mastrapasqua dopo mezzanotte che
esce dall'esercizio commerciale con le cuffie indossate e la
stessa immagine viene ripresa a Rozzano in via Romagna, mentre
le cuffie non vengono ritrovate sul luogo dell'aggressione ove
viene rinvenuto l'uomo per terra".
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