"Dopo il 7 ottobre, non sono quella
di prima, ma una che ha sofferto enormemente del 7 di ottobre, e
dell'8 di ottobre, e di tutti i giorni a seguire fino a oggi.
Sono diventata un'altra persona". Lo ha detto la senatrice a
vita Liliana Segre in un'intervista a Vanity Fair.
"Seguo la televisione e i giornali con avidità dolorosa.
Mangio ogni giorno tristezza, bile, pessimismo, disperazione -
aggiunge - e soprattutto, da nonna, quelli che tragicamente mi
fanno compagnia in questo periodo sono i bambini, tutti i
bambini che per colpa degli adulti vengono sterminati e uccisi".
Segre parla anche degli insulti e delle minacce che riceve:
"Seguo, faccio querele, so molto bene che ho la scorta perché
sono odiata e minacciata - spiega -. Ma non ho cambiato di un
pelo la mia vita, faccio tutte le cose di prima. Ho un'età tale
che se c'è qualche pazzo che decide che io non devo stare più al
mondo, ne ho passate così tante nella vita, che se deve finire
così, che finisca".
Ad ogni modo "non sono per la vendetta: se si parla di pace,
la vendetta non ha spazio" prosegue Segre, parlando della sua
difficoltà ad avere speranza: "Che cosa posso dire a questo
punto della vita? Quella filosofia di vita, e quel modo di
sopravvivere, quell'etica che mi faceva mettere una gamba
davanti all'altra ce l'ho anche adesso. Però è la realtà intorno
a me che mi paralizza, per cui io provo ad andare avanti ma
trovo degli ostacoli tali, che non so se riuscirò a superarli".
In conclusione Segre affronta il suo rapporto con la fede:
"Vorrei credere, sarei molto più in pace, visto che a 94 anni
quanto possa ancora andare avanti non si sa… Invidio tutti
quelli che hanno fede. Purtroppo mi avvio a un momento cruciale
della vita senza questo grande conforto. Chi lo sa, magari
domani sarò diversa. Ma non parliamo di morte, parliamo di vita.
Sto per diventare bisnonna..." conclude la senatrice riferendosi
alla sua prima bis nipotina che nascerà a dicembre e che di
secondo nome si chiamerà come lei.
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