Sono 2.349 le nuove infezioni Hiv
registrate in Italia nel 2023, secondo i dati dell'Istituto
Superiore di Sanità. Nel 41% sono diagnosi tardive, con un
quadro clinico già conclamato, ed è ipotizzato anche un 40% di
sommerso. La Lombardia è la regione con il numero più alto di
nuove infezioni: 377 casi, con un'incidenza di 3,8 su 100 mila
persone.
"È necessario intensificare informazione, prevenzione e
screening" sottolinea Andrea Gori, direttore Malattie Infettive
Ospedale Sacco di Milano e presidente di Anlaids Lombardia Ets,
che in occasione del World Aids Day offre test gratuiti Hiv e
Hcv presso la sede di Milano.
"Ci siamo fatti impressionare dai 7 milioni di vittime di
Covid, ma è necessario ricordare che ogni anno nel mondo Aids
provoca 700mila morti, 1,5 milioni di nuovi casi di infezione,
oltre a 40 milioni di persone che convivono con l'Hiv. Si pensa
troppo semplicemente che di questo virus non si muoia più, non è
così. È un nostro dovere puntare a zero nuove infezioni, per
questo l'Ospedale Sacco avvierà a breve uno studio dedicato a
Long Activing in PrEP. Grazie alla ricerca c'è infatti una buona
notizia: un farmaco in arrivo, già utilizzato nel trattamento di
persone che vivono con HIV, che potrà essere somministrato anche
in prevenzione."
Se dal 2012 al 2020 si è osservata una diminuzione delle
nuove diagnosi di HIV in Italia, dal 2021 al 2023 c'è stato un
incremento, in parte attribuito al recupero delle diagnosi
mancate durante la pandemia da Covid. Le regioni con incidenza
superiore alla media sono Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e
Campania. La trasmissione sessuale è responsabile dell'86,3% dei
nuovi casi. Le modalità di trasmissione più comuni sono rapporto
eterosessuale (47,7%); rapporto sessuale tra maschi (38,6%); uso
di droghe per via iniettiva (3,4%). L'età mediana alla diagnosi
è di 41 anni (42 per i maschi, 39 per le femmine).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA