Non solo "il fatto" che "non abbia
preso parte agli scontri è pacifico", ma anche la pena inflitta
senza attenuanti è sproporzionata, anche perché la sentenza lo
"dipinge" come "un soggetto che soffia sul disagio sociale per
alimentare sentimenti di rivalsa contro le istituzioni, e non un
giovane che denuncia con l'arte l'emarginazione sociale che ha
conosciuto".
Lo scrive la difesa del noto trapper Baby Gang, all'anagrafe
Zaccaria Mouhib, 23 anni, in vetta alle classifiche e con
milioni di follower sui social, nell'appello contro la condanna,
con rito abbreviato del gup di Milano Tommaso Perna, dello
scorso ottobre a tre anni e 4 mesi di reclusione per resistenza
a pubblico ufficiale. Il processo vedeva al centro i disordini
del 10 aprile 2021, in zona a San Siro a Milano, quando un
collega e amico di Baby Gang, il trapper Neima Ezza (per lui un
anno e mezzo di messa alla prova), ossia Amine Ez Zaaraoui,
stava realizzando un video musicale. Sarebbero stati presenti,
stando alle indagini della Polizia e del pm Leonardo Lesti,
circa 300 ragazzi, tra cui Baby Gang e Neima appunto, alcuni
anche minorenni, e ci fu un lancio di oggetti contro le forze
dell'ordine.
Non vi sono video, però, scrive l'avvocato Niccolò Vecchioni,
"che raffigurano Mouhib nell'atto di scagliare sassi o altri
oggetti contro gli agenti", né immagini "che collochino Mouhib
nel gruppo di facinorosi protagonista degli scontri". Eppure,
secondo il difensore, per il gup Baby Gang "sarebbe comunque
responsabile per i fatti in imputazione" e "in questa 'visione a
tunnel', la motivazione della sentenza appare ridondante e densa
di aporie logiche".
Lo "sviluppo logico della sentenza", per il difensore,
"appare interamente appiattito sulle valutazioni" di un "fan
minorenne", il quale "dichiarava che i video musicali" del
trapper "rappresentano una sorta di odio contro le forze
dell'ordine che sono visti come i nemici".
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