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'Lontano dalla vita degli altri', dietro le mura del carcere

'Lontano dalla vita degli altri', dietro le mura del carcere

Parole e immagini per raccontare storie di vita ai margini

ROMA, 12 dicembre 2024, 14:48

Redazione ANSA

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GIOVANNA CANZI E GABRIELLA GIANDELLI, 'LONTANO DALLA VITA DEGLI ALTRI' (MARINONI BOOKS, PP. 72, 35,00 EURO) "Scabre e dense, ricche di umanità rappresa, di energia sepolta sotto la rassegnazione, pronta a esplodere in una diversa direzione, in un sorriso sghembo, in un guizzo di comicità che rivela e libera". Così la scrittrice Laura Bosio, nella prefazione a Lontano dalla vita degli altri, descrive le storie che Giovanna Canzi e Gabriella Giandelli - se pur con linguaggi diversi - dedicano a chi vive in una struttura penitenziaria. Luoghi posti ai margini della città, spesso vicini a discariche, in edifici dove il tempo sembra essersi fermato. Se Giovanna Canzi, con i suoi racconti, ci prende per mano e ci accompagna a conoscere gli studenti a cui ha insegnato per quattro anni presso la Casa Circondariale della sua città, Monza, Gabriella Giandelli, illustratrice di fama internazionale, con il suo sguardo malinconico ci invita a percorrere lunghi corridoi dove la vita scorre dolente fra il clangore di porte chiuse con furia e il filo spinato che ferisce lo sguardo.
    Un intreccio di parole e immagini che mostrano un mondo di dolore e privazione, dove non mancano, tuttavia, possibilità di cura e riscatto. Un riscatto che può sicuramente passare attraverso la scuola che - come sottolinea nella postfazione Corrado Cosenza, a lungo referente regionale dell'Istruzione degli adulti e penitenziaria all'Ufficio scolastico regionale per la Lombardia - "è presente nelle carceri italiane fin dal 1891 come attività obbligatoria".
    Ma chi sono gli uomini che vivono chiusi nell'isolamento e che studiano per prendere la licenza media? Lo raccontano i brevi ritratti di Giovanna Canzi - quasi delle istantanee che trattengono il ricordo di un incontro che lega per sempre insegnante e studente - e lo raccontano i disegni di Gabriella Giandelli che ha saputo dare un volto a chi ha bisogno di essere "sognato", come scriveva Danilo Dolci, per poter esistere. Un libro che invita a entrare in silenzio fra le mura di un carcere e conoscere da vicino quelle persone che non sono solo il reato che hanno commesso, perché ci somigliano più di quanto siamo disposti ad ammettere. Perché il male non è altro da noi e non è estraneo alle nostre coscienze.
   

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