"Non possiamo abbandonare la Siria,
soprattutto in questa fase di transizione. Non dimentichiamoci
mai che la missione di evangelizzazione è partita dal
cristianesimo siriano, e da lì poi si è diffusa in Europa e nel
mondo". E' l'appello lanciato da fra Francesco Patton, Custode
di Terra Santa, intervenuto in Curia a Pavia all'incontro dal
titolo "Il coraggio della pace. Riflessioni su dialogo,
riconciliazione e speranza (quando tutto sembra perduto)".
Un'occasione anche per presentare in anteprima il libro "Come
un pellegrinaggio. I miei giorni in Terra Santa" (Terra Santa
Edizioni), che raccoglie un dialogo tra fra Patton e il
giornalista Roberto Cetera, inviato in Medio Oriente per
L'Osservatore Romano, con la prefazione di Papa Francesco e la
postfazione di Massimo Fusarelli.
Fra Patton ha sviluppato il suo pensiero, rispondendo alle
domande del teologo e scrittore Enrico Impalà. Padre Francesco
ha affermato che "quanto è successo ad Aleppo, pur nella sua
drammaticità, è un decimo rispetto a quello che è accaduto a
Gaza". Per la questione medio-orientale, il Custode di Terra
Santa ha auspicato "una soluzione politica che garantisca il
diritto all'esistenza di entrambi i popoli, israeliani e
palestinesi, con la riconoscenza piena dei diritti fondamentali
per tutti. Ma per raggiungere tale obiettivo, serve il supporto
di una comunità internazionale che sino ad ora si è mostrata
inefficace, assente e codarda".
Fra Patton si è soffermato anche sulla parte spirituale e
liturgica del suo ruolo in Terra Santa: "Nella notte di Natale
celebrerò nella Grotta davanti alla mangiatoia: ogni volta è
un'esperienza vissuta con commozione da tutti i partecipanti,
così come i riti nel Santo Sepolcro. La fisicità dei luoghi
santi ci trasmette la concretezza dell'incarnazione".
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