Niente rito
abbreviato per Adilma Pereira Carneiro, accusata di essere la
mente del piano ordito per assassinare il suo compagno Fabio
Ravasio, travolto e ucciso lo scorso 9 agosto a Parabiago nel
Milanese. Il gup del tribunale di Busto Arsizio Veronica Giacoia
ha infatti rigettato la richiesta avanzata da lei, come ha
rigettato l'analoga richiesta del marito della quarantanovenne
Marcello Trifone, che era sulla Opel che il 9 agosto travolse e
uccise la vittima mentre era in bicicletta, il figlio della
donna Igor Benedito, che nella ricostruzione degli inquirenti
era alla guida dell'auto, e Fabio Oliva, meccanico e presunto
ultimo amante di Adilma.
"Siamo contenti per come è andata", sono le parole
pronunciate dalla madre di Ravasio, Annamaria Trentarossi, dopo
l'udienza. E' uscita dall'aula stringendo i pugni e abbracciando
un famigliare. La donna, con il marito Mario, si è costituita
parte civile assistita dagli avvocati Barbara D'Ottavio e
Francesco Arnone e dal professor Francesco Camilletti. "Il
giudice ha rigettato la richiesta di ammissione al rito
abbreviato - ha commentato brevemente l'avvocato D'Ottavio -
Abbiamo superato il primo ostacolo per ottenere giustizia per
Fabio".
Il Gup, per accogliere la richiesta, avrebbe dovuto escludere
l'aggravante della premeditazione che accusa e parti civili
considerano pacificamente provata da intercettazioni e
addirittura da sopralluoghi effettuati dai sodali lungo il
tragitto che Ravasio avrebbe percorso il giorno
dell'investimento. Il 27 gennaio, a questo punto, si aprirà per
tutti gli indagati in processo davanti alla Corte d'Assise del
tribunale di Busto Arsizio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA