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Gabrielli, l'inseguimento di Ramy non fatto in modo corretto

Gabrielli, l'inseguimento di Ramy non fatto in modo corretto

Ex Capo Polizia, no a criminalizzazione delle forze dell'ordine

MILANO, 09 gennaio 2025, 14:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Se il tema è fermare una persona che sta scappando, non posso metterla in una condizione di pericolo": l'ex capo della polizia Franco Gabrielli, ora consulente alla Sicurezza del sindaco di Milano intervistato a 24 Mattino su Radio 24 ha parlato dell'inseguimento in cui è deceduto lo scorso 24 novembre Ramy Elgaml spiegando che "è ovvio che quella non è la modalità corretta con cui si conduce un inseguimento perché c'è pur sempre una targa, un veicolo".
 

"Esiste un principio fondamentale - ha spiegato - ed è quello della proporzionalità delle azioni che devono essere messe in campo per ottenere un determinato risultato: io posso addirittura utilizzare un'arma se è in pericolo una vita, ma se il tema è fermare una persona che sta scappando, non posso metterla in una condizione di pericolo. Questo è un elementare principio di civiltà giuridica".

La vicenda, per cui sono indagati Fares Bouzidi, il ragazzo che guidava lo scooter su cui era anche Ramy, e alcuni carabinieri ha scatenato la polemica politica che Gabrielli, parlando anche di "eccessiva criminalizzazione degli operatori delle forze dell'ordine", vorrebbe frenare. "Non ci dividiamo - ha invitato - sempre da chi fa la difesa a prescindere, che ad esempio dal mio punto di vista è un atteggiamento pericoloso perché la difesa a prescindere introduce un elemento di senso di impunità, e dall'altra l'accusa a prescindere cioè la criminalizzazione a prescindere e il fatto che le forze di polizia siano sempre o debbano essere sempre sul banco degli imputati". 

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