A pochi mesi dalla morte Milano rende onore, con l'Ambrogino d'oro alla memoria, a Licia Rognini Pinelli che ha combattuto per tutta la vita una battaglia di verità e giustizia per il marito, l'anarchico Giuseppe Pinelli, morto cadendo da una finestra della questura di Milano ingiustamente accusato della strage di piazza Fontana. Il sindaco Giuseppe Sala ha consegnato alle figlie, Claudia e Silvia, la massima onorificenza concessa dal Comune di Milano a chi ha reso lustro alla città. Alla cerimonia, tra gli altri, hanno partecipato il questore Bruno Megale e il prefetto Claudio Sgaraglia.
"Milano è grata a Licia Rognini Pinelli, donna coraggiosa, forte, capace di fare del suo dolore una missione di impegno civile - si legge nelle motivazioni -, animata da un grande senso delle istituzioni che ha guidato la sua domanda di giustizia, rimasta priva delle sufficienti risposte".
Il sindaco, insieme all'Anpi di Milano, ha deciso di tributare questo omaggio alla donna che, suo malgrado, era diventata un simbolo, morta l'11 novembre scorso a 96 anni. "Licia è stata un modello per i milanesi - ha detto Sala -. Io credo che abbiamo ancora bisogno di questi modelli che per me sono importantissimi, soprattutto in un modo che esprime disagio, avere figure che guidano con il loro esempio la comunità è importante". La direttrice di Radio Popolare Lorenza Ghidini, ha ricordato come Licia "aveva scelto di intraprendere una battaglia di democrazia che valeva per tutti noi. Questo è il senso di questo Ambrogino - ha aggiunto -, la sua è stata una battaglia contro gli abusi del potere che dopo tanti anni è ancora di attualità".
"Questo Ambrogino d'oro alla memoria riconosce i valori e la vita di Licia Rognini Pinelli che non era solo la vedova di Giuseppe Pinelli, ma una persona che aveva una vita e che l'ha portata avanti con estrema dignità". Così Claudia e Silvia Pinelli, hanno commentato il conferimento della massima onorificenza del Comune di Milano, alla memoria, per la madre Licia. "Questo è un giusto riconoscimento a tutto ciò che lei ha fatto, non solo per la memoria di Giuseppe Pinelli, per avere verità e giustizia, ma per una comunità intera".
"È importante anche la presenza del questore di Milano - hanno osservato le figlie di Pinelli -. Diciamo che se ci fosse una presa in carico di responsabilità sarebbe ancora più gradita".
"Noi siamo qua ancora a ricordare una morte per mano delle istituzioni e portiamo avanti non solo la memoria di Giuseppe Pinelli - hanno proseguito - ma anche la storia di una ingiustizia atroce e di una morte che non sarebbe dovuta avvenire". Claudia e Silvia hanno ringraziato il sindaco Beppe Sala per il riconoscimento alla madre, "un riconoscimento tangibile dell'impegno sociale e civile di Licia - hanno detto -, che ha speso più della metà dell'esistenza per portare avanti ciò che era giusto e in cui credeva". Infine hanno regalato al primo cittadino una copia autografata da Licia del libro scritto insieme a Piero Scaramucci, "Una storia quasi soltanto mia".
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