"Lo scoramento è vedere una politica che non decide.
Adesso ci auguriamo che la Politica, quella con la 'P' maiuscola intervenga".
Con queste parole Cristian Coccia, portavoce del comitato 'Famiglie sospese, vite in attesa', che a Milano riunisce gli acquirenti delle case dei cantieri bloccati per le inchieste sull'urbanistica, spiega lo stato d'animo delle circa 100 persone che hanno partecipato al presidio stamani davanti alla sede del Comune del capoluogo lombardo.
Lo scopo era fare emergere "la criticità enorme che vivono da mesi 1.600 famiglie, alcune esposte con somme ingenti, e che la politica ignora da 10 mesi". Il presidio, spiega, è stato un "successo". Coccia snocciola numeri: il comitato aggrega persone che hanno immobili in circa 7-8 cantieri, ma oggi al sit-in sono arrivate altre persone che "sono nella nostra stessa situazione". "Siamo tanti: la nostra stima di 1.600 famiglie deriva dal fatto che ci sono tre cantieri sotto sequesto, 12 sotto indagine, 20 che si sono aggiunti con gli ultimi risvolti dell'inchiesta penale e 150 cantieri che non sono ancora partiti perché il Comune non rilascia i titoli o il costruttore preferisce non partire non avendoli". Ma sono tutti cantieri che hanno già ricevuto gli anticipi dai compratori, sottolinea Coccia. "Le vendite sono in media al 50% e gli acquirenti sono esposti per il 30-50% del valore dell'immobile".
Lamenta Coccia che queste famiglie siano state ignorate dalla politica: "sento dire che la politica è la parte lesa… no, siamo noi la parte lesa". Inutile chiedergli un giudizio assoluto sul Salva-Milano. "Non spetta a noi un giudizio politico. Quello che vorremmo capire è: come pensate di risolvere la situazione? I tentennamenti della politica sulla nostra pelle ci stanno creando grande disagio". Ma, aggiunge, se il Salva-Milano è funzionale a risolvere la situazione di famiglie sospese nel limbo "ben venga, ma questo non vuol dire che sia la cosa migliore del mondo". Avere incontrato oggi "politici che ancora mi chiedono 'ma quanti siete?' è sconfortante? Mi chiedo, ma cosa avete fatto fino ad oggi?".
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