Finiti i tempi in cui si puntava il
dito contro radio e tv: ora il terreno di violazione, vera o
presunta, della par condicio regionale, sembra riguardare gli
enti locali. È quanto emerge dalla conferenza stampa tenutasi
oggi, a Palazzo Pirelli, a cura del Corecom Lombardia, dal
titolo 'Comunicazione istituzionale e par condicio: boom di
segnalazioni. I numeri del Corecom Lombardia'.
Nel corso della conferenza, il presidente del Corecom
Lombardia, Cesare Gariboldi, ha presentato i dati emersi dal
lavoro svolto dal Comitato nella gestione delle segnalazioni
della legge sulla par condicio in occasione delle elezioni
europee e amministrative 2024. "Su 65 segnalazioni pervenute al
Corecom, un numero altissimo rispetto al passato (+171% sul
2019, ndr), 55 puntano il dito contro pubbliche amministrazioni
e solo 1 si riferisce a un'emittente radiofonica - ha detto
Gariboldi -. Cambiano, inoltre, i canali di diffusione della
violazione: su 86 attività di comunicazione segnalate, solo 18
riguardano media tradizionali, giornali e volantini cartacei,
mentre le restanti 68 si riferiscono a piattaforme online,
social in particolare".
L'articolo 9 della legge sulla par condicio stabilisce che
dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla
chiusura delle operazioni di voto le amministrazioni pubbliche
non possono svolgere attività di comunicazione a eccezione di
quelle impersonali e indispensabili. Qual è la conseguenza di
una applicazione rigida della norma? "Non si può pensare oggi di
mettere in gabbia la comunicazione istituzionale per almeno due
mesi precedenti alle elezioni, con importanti ripercussioni sui
cittadini e sull'Ente. È un concetto del tutto anacronistico,
oltre che nocivo - risponde il vicepresidente del Corecom con
delega alla par condicio, Maurizio Gussoni -. Il Corecom, per
questa ragione, ha cercato di seguire un indirizzo
interpretativo di buon senso e per certi aspetti più 'moderno',
cercando di non sanzionare i Comuni per il semplice utilizzo del
logo istituzionale su una locandina o per la foto di un sindaco
con le bandiere alle spalle".
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