"La tragica scomparsa di Roberto
Papini ci addolora e spinge l'intera Ancona a una riflessione
sui suoi cittadini più illustri". Così l'assessore alla Cultura
del Comune di Ancona Paolo Marasca, dopo la morte del pittore
98enne, rimasto ustionato nell'incendio divampato nel suo
studio-abitazione nel centro storico l'11 aprile scorso. Papini,
scrive in una nota, "era un grande artista, schivo e modesto, di
carattere opposto alla moda attuale, che vuole tutti pronti ad
apparire spesso in maniera eclatante per farsi valere. In lui,
prevaleva il rapporto con la materia, e lo studio di soluzioni
artistiche spesso all'avanguardia, come l'attenzione al concetto
di scarto in tempi non sospetti, che lo porta a un lavoro
certosino, metodico, introspettivo. Papini, al quale il Museo
Tattile Statale Omero, con il Comune di Ancona, dedicò una
grande mostra tra il 2011 e il 2012 - aggiunge -, testimonia la
particolarità dell'essere artista, l'unicità e, nel suo caso,
l'ostilità a una catalogazione esplicita e precisa dell'opera,
ma al tempo stesso la forza creativa, la spinta a fare, a
trasformare il singolo oggetto in una cosa epica e sacra". "Il
profilo schivo della persona non deve farci dimenticare quello,
altissimo, dell'artista - conclude Marasca -, che conferma
ancora una volta la tendenza di Ancona a crescere e ospitare
figure capaci di fare i conti, senza compromessi, con il
significato più profondo dell'espressione culturale".
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