Il consigliere regionale M5s Peppino
Giorgini ha stigmatizzato in aula con forza le modalità adottate
dalla giunta Ceriscioli per garantire la ricostruzione e la
successiva ripartenza dei territori colpiti da terremoto. Con un
interrogazione a risposta immediata Giorgini, il capogruppo
Maggi e gli altri consiglieri M5s Piergiorgio Fabbri e Romina
Pergolesi hanno chiesto di fare "doverosa chiarezza" sul tema,
anche "alla luce del recente arresto della Guardia di Finanza di
un dipendente della Regione Marche incaricato della gestione
delle macerie del sisma 2016 per accuse, da accertare, quali
corruzione e rivelazione di segreti di ufficio".
"L'assessore Sciapichetti - osserva Giorgni - ha evitato di
commentare la vicenda specifica essendo in corso le indagini
della magistratura. Sono due anni che affermo che le macerie
avrebbero dovuto essere trattate nelle vicine cave come si è
fatto nel sisma dell'Aquila - ha attaccato - e non vi sarebbero
stati problemi. Sono convinto che questi arresti siano solo
un'avvisaglia del calderone che si sta scoperchiando. Non è un
caso - ha ricordato Giorgini - che abbia fatto cinque denunce
sull'argomento sisma. La Regione, in veste di soggetto
attuatore, doveva controllare maggiormente perché le macerie non
possono e non dovevano essere un business.
"Questo tema - ha ribadito - è stato sottovalutato anche in
campo ambientale e per come è stato impostato, è divenuto un
vero e proprio affare, e non una necessità per le zone
terremotate. La rimozione delle macerie, al contrario deve
essere funzionale solo alla rinascita e alla ricostruzione il
più veloce possibile dei territori lacerati dal terremoto. Ma
non è stato cosi, purtroppo. Va fatto subito - ha concluso
Giorgini - un passo indietro, rivedendo quanto è stato stabilito
anche mediante l'incremento consistente dei controlli, a 360
gradi. Noi siamo pronti a fare la nostra parte se questa
finalmente fosse la scelta della Regione".
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