"Un'operazione che era nell'aria"
anche se la tempistica lo ha colto "di sorpresa. Ora vedremo
nelle prossime settimane, in particolare alla Leopolda, a cui
parteciperò per la decima volta". Il capogruppo regionale del Pd
Fabio Urbinati non si scompone per la decisione di Matteo Renzi
di uscire dal Pd e non prevede problemi in particolare per le
elezioni regionali del 2020. Renziano "della primissima ora, tra
i primi ad avere aderito nel 2012 al movimento dell'ex sindaco
di Firenze", intende rispettare il ruolo di capogruppo del
partito in Regione: "poi noi siamo 16 consiglieri - osserva -,
veniamo da sensibilità diverse, credo che noi prossimi giorni
ognuno di noi sia personalmente sia con i territori di
appartenenza farà le sue riflessioni. Ma io sin da ora posso
dire che sono tra quelli che guardano il bicchiere mezzo pieno.
Nel centrosinistra italiano c'era bisogno di un nuovo
contenitore che raccogliesse i consensi persi negli ultimi
anni". Insomma "la vedo molto tranquillamente questa scissione,
se poi vera scissione è. Oggi la politica è un'evoluzione di
fatto. Chi poteva immaginare il 7-8 agosto di arrivare oggi a
un governo M5s-Pd. La politica italiana, come quella europea -
insiste - è in fortissima evoluzione e il percorso che Matteo
Renzi sta intraprendendo fa parte di queste dinamiche. Ognuno
farà le sue considerazioni". Secondo Urbinati "nessuno può
negare che Matteo Renzi ha fatto vivere a questo Paese un grande
pagina riformista che non si era mai vista prima, con lui
segretario il Pd è entrato nella grande famiglia socialista
europea. Ha una grande capacità di andare a prendere in bacini
sui quali abbiamo frenato negli ultimi due anni. Le colpe sono
un po' di tutti... ma la politica è fatta così. Ora vedremo
quello che succederà, ma io non farei drammi e non vedo neanche
grossi problemi per le prossime elezioni regionali".
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