Il giorno in cui tutta l'Italia si
sveglia in zona rossa, Pesaro, la città delle Marche più colpita
dal coronavirus (342 casi positivi su 479, a ieri, in tutta la
regione), è semideserta, ma non del tutto spettrale. C'è il
sole, ci sono auto, poche, in giro e qualche furgone per lo
scarico di merci che a questo punto interessa solo supermercati,
farmacie e pochi altri negozi. Qualche passante si affretta
lungo via Branca e il corso, le strade dello shopping dove le
vetrine annunciano la chiusura a data da destinarsi. Un piccolo
bar ha la serranda semiabbassata. Il titolare sta sistemando
prima della chiusura imposta dalle nuove norme. "Ma - dice -
avevo già deciso di farlo per conto mio". Troppo difficile
assicurare il rispetto della distanza di un metro tra le
persone, mettendo a rischio la salute propria e degli altri.
"C'è una grande consapevolezza del momento veramente storico che
stiamo vivendo. Vedo sempre più collaborazione da parte dei
cittadini - dice il sindaco Matteo Ricci, che ieri sera ha
convocato una giunta d'urgenza -. E anche tanta solidarietà
verso il sistema sanitario. Ma c'è anche tanta preoccupazione
per la situazione economica". Ricci sta aspettando ulteriori
chiarimenti sulle attività che possono rimanere aperte: "poi
faremo una comunicazione, ma l'essenziale è che bisogna rimanere
in casa il più possibile". "Un momento difficilissimo per
tutti", anche per gli amministratori pubblici: "dobbiamo agire
con equilibrio e portare un elemento di positività, far capire
che bisogna sconfiggere il virus e così si tornerà alla
normalità al più presto". Tornando indietro si trova un punto
dove invece l'attività prosegue a ritmo serrato: l'ospedale San
Salvatore, uno dei poli dell'Ao Marche Nord.
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