"Un passo avanti per il lavoro
femminile, ma c'è ancora molto da fare. La mozione approvata dal
Senato sulla parità di genere rappresenta uno step importante,
specialmente oggi con le difficoltà legate all'emergenza Covid:
con la fase 2 solo il 30% di donne è rientrato al lavoro". È il
messaggio di Manuela Bora, assessore regionale alle Pari
Opportunità, dopo il via libera del Senato alle misure per il
sostegno al lavoro delle donne, le più colpite in questo momento
di ripresa post-emergenza. Secondo i dati dell'Osservatorio
statistico consulenti del lavoro, nelle Marche, con l'avvio
della fase 2 della pandemia, sono 167mila i lavoratori rientrati
al lavoro, di questi solo 50mila sono donne, pari al 30%, a
fronte di un totale di 396mila lavoratori attivi. E ancora: il
blocco delle attività produttive ha interessato maggiormente le
donne, con una percentuale pari al 59%. "Ora - aggiunge Bora -
dobbiamo ancor più promuovere interventi per ristabilire
l'uguaglianza: nei prossimi giorni, si riunirà il tavolo di
genere, costituito dalla Regione a fine dell'anno scorso, e
valuterà gli effetti della pandemia sul lavoro delle donne". La
situazione attuale rischia di aggravare la condizione femminile.
"Durante l'emergenza sanitaria - sottolinea l'assessora - le
condizioni sono peggiorate: lo smart working, il lavoro di cura
e la chiusura delle scuole hanno complicato una situazione già
problematica". Nella regione le diseguaglianze di genere sono
ancora pesanti, sia sul fronte degli inquadramenti
professionali, sia per la carriera, sia, infine, per le
retribuzioni: in media, le donne percepiscono 7.111 euro lordi
annui in meno rispetto agli uomini. "Per questo occorrono misure
concrete - conclude l'assessore -. Dobbiamo cercare, sempre più,
di ridurre, anche in questo ambito, le distanze dall'Europa, per
favorire la parità di genere".
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