La Giunta regionale delle Marche,
riunita oggi a Palazzo Raffaello, ha approvato il Piano
territoriale per la riapertura graduale dei centri
semiresidenziali sanitari e sociosanitari nella fase 2
dell'emergenza covid-19, per garantire la graduale ripresa delle
attività delle strutture, che accolgono persone disabili,
anziane e affette da disturbi mentali, nell'osservanza delle
misure per la prevenzione del contagio. Il documento è stato
concordato con Asur, enti gestori, organizzazioni sindacali e
Anci e contiene le misure per la prevenzione del contagio, le
procedure per l'accesso graduale ai centri semiresidenziali
sanitari e sociosanitari per persone disabili, anziane e affette
da disturbi mentali, le nuove modalità di funzionamento dei
centri, i servizi alternativi. "L'attenzione ai servizi dedicati
alle persone più deboli è sempre stata una nostra priorità -
afferma il presidente della Regione Luca Ceriscioli -. Riapriamo
dunque ma garantendo tutte le condizioni di sicurezza per i
pazienti, per gli operatori e per le famiglie. I nostri servizi
hanno curato i protocolli nei più minimi dettagli, dimensionando
tutte le procedure sia in relazione agli utenti, compresi i casi
e le situazioni che necessitano di trattamenti particolari e
individuali, sia in relazione alle strutture che li accolgono".
"Si tratta - dice il presidente di Anci Marche Maurizio
Mangialardi - di un tema particolarmente delicato al quale
abbiamo lavorato per contribuire alla redazione di un protocollo
condiviso grazie all'attività della coordinatrice della
Commissione Servizi Sociali Emma Capogrossi. Gli Ambiti
territoriali sociali svolgono un servizio prezioso per
l'individuazione e la gestione delle fragilità e questa attività
è un elemento fondamentale oggi che ci sono le condizioni per
aver fatto ripartire le attività economiche e che risulta di
particolare importanza ripristinare i servizi di sostegno a
tutti coloro che necessitano di assistenza". Impegnate nella
gestione di questi protocolli saranno le Unità operative sociali
e sanitarie (Uoses), a cui afferiscono in coprogettazione i
servizi dei distretti sanitari e dei Servizi sociali degli Ats.
In via prioritaria, e fino alla completa riattivazione dei
percorsi per tutti i pazienti, saranno verificati e autorizzati
i progetti individuali urgenti e indifferibili, sulla base della
condizione clinica della persona o sulla base delle effettive
condizioni di sostenibilità del tessuto familiare di
riferimento.
Quanto alle indicazioni operative da adottare per contrastare la
diffusione dell'epidemia, al fine di consentire la ripresa delle
attività dei Centri semiresidenziali, i responsabili delle
strutture o i loro coordinatori dovranno attenersi a una serie
di misure per la prevenzione del contagio e la riorganizzazione
dei servizi, che comprendono le verifiche preliminari sullo
stato di salute dei pazienti, la regolamentazione degli accessi,
l'uso obbligatorio dei dispositivi di protezione (minimo
mascherine e guanti), l'attivazione di spazi per la vestizione e
svestizione degli operatori, la costante disponibilità di gel
disinfettanti o idroalcolici a disposizione dell'utenza e degli
operatori, la formazione degli assistiti sulle norme di igiene
da tenere. Prima della riattivazione del servizio, inoltre, gli
operatori e gli assistiti dovranno essere sottoposti a screening
per accertamento della positività da Covid-19 da parte dell'Area
Vasta competente per territorio e per gli stessi dovrà essere
programmato uno screening periodico con cadenza almeno mensile.
Per la graduale riapertura dei Centri, la struttura erogatrice
dei servizi semiresidenziali dovrà presentare un Progetto di
Struttura, in cui siano esplicitate le modalità di attivazione
delle misure di sicurezza per la prevenzione del contagio. Il
progetto complessivo presentato dalle strutture erogatrici dovrà
essere preliminarmente condiviso con i Dipartimenti della
Prevenzione territorialmente competenti.
Gli assistiti che non possono frequentare il Centro o cui è
stata ridotta la frequenza per osservare le misure di contrasto
al contagio da Covid-19 o che decidono di non voler frequentare,
potranno fruire di forme alternative di trattamento, da
garantire attraverso la costituzione di Gruppi Operativi
Territoriali e l'assistenza individuale domiciliare, per cui
sono previste norme speciali di prevenzione del contagio.
I Centri diurni sanitari e sociosanitari potranno attivare anche
interventi a distanza per diverse finalità: ascolto, sostegno,
counseling, monitoraggio dello stato di salute della persona
assistita e dei suoi familiari; proseguimento degli interventi
in corso con le modalità telematiche più idonee nonché il
supporto ai caregiver per l'organizzazione della giornata e per
la scelta delle attività opportune di parent training.
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